Fois aveva bisogno di bici

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


Mentre il Giro d’Italia va, la vicenda umana del gregario di Pantani, trovato morto un mese fa, ripropone il tema del doping e della depressione.

di Carlo Nesti 


Valentino Fois nel 2002 correva per la Mercatone Uno, come gregario di Marco Pantani. Venne squalificato per 3 anni, trovato positivo al nandrolone, e cadde in depressione. Se consulterete sul web Wikipedia, strumento peraltro utilissimo, leggerete da questo momento in avanti una versione distorta.
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Leggerete infatti che Valentino cominciò a curarsi con gli psicofarmaci e non leggerete che cercò sollievo alle sue amarezze nella tossicodipendenza. Tragico equivoco: gli psicofarmaci, su prescrizione medica, stanno salvando milioni di persone depresse ed è la droga, casomai, a stroncare troppe vite.

Qualcosa di simile accadde quando scomparve il povero Pantani. I Telegiornali cominciarono ad annunciare che il “Pirata” era stato trovato morto in un hotel, a terra, circondato da farmaci per la depressione. No: non fu quella la ragione del decesso, perché Marco era cocainomane, ed esagerò nelle dosi.

Guardatevi dalla cattiva informazione: la psichiatria sta compiendo passi da gigante, rispetto al passato. Siete misteriosamente tristi da molto tempo? Fatevi aiutare da uno specialista, curatevi, e non commettere l’errore di chi “salta” lo stadio del medico e si rivolge direttamente allo “spacciatore”!

Fois era un bel ragazzo, che poteva avere tutte le donne che voleva. Cercava sempre di vivere nell’agiatezza, ma non aveva capito che non è quella la via della felicità. Inutile cercare la gioia al di fuori di se stessi se non si trova l’equilibrio dentro di sé. La squalifica gli aveva tolto la bicicletta, e lui arrancava.

Siccome sono ormai tanti i casi in cui atleti più o meno famosi vengono condannati per doping e inseguono la consolazione con la cocaina, chiedo un esame di coscienza collettivo. Continuare a praticare la propria disciplina, ovviamente senza doparsi, è fondamentale per ritrovare la via del recupero psichico.

Invece di squalificare del tutto i dopati, vietiamo loro le competizioni professionistiche, ma non un livello più basso, ad esempio gareggiare fra i dilettanti. Ciascuno di noi ha bisogno di sport per stare bene, nel corpo e nello spirito, e negarlo significa aggravare le malattie interiori di chi sbaglia.


fois.jpg VALENTINO FOIS

Valentino Fois (Bergamo, 23 settembre 1973 – Villa d'Almè, 28 marzo 2008) è stato un ciclista italiano. Scalatore, dopo una buona carriera fra i dilettanti, che lo vide vincitore del campionato italiano in linea, a cronometro, di mountain bike e del Giro della Valle d'Aosta: Passò al professionismo nel 1996. Nel 1998 fu fermato per un anno per essere stato trovato positivo alla DHEA al Giro di Svizzera e al Giro di Polonia. Nel 2002 passò alla Mercatone Uno, come gregario di Marco Pantani, ma venne squalificato, stavolta per tre anni, per esser stato trovato positivo al nandrolone.
In questo periodo Fois cadde in depressione, e si lasciò travolgere dalla tossicodipendenza. Tornò all'attenzione del grande pubblico il 9 settembre 2007, quando venne arrestato per essersi introdotto nella sede del giornale “Il Giorno” per rubare due vecchi computer portatili. Fu poi condannato a 100 giorni di reclusione, tramutati in una pena pecuniaria di 4 mila euro. A seguito di questa vicenda, riuscì ad ottenere un nuovo contratto da professionista nell'”Amore @ vita – McDonald's” diretta da Ivano Fanini. Ritornò alle gare il 14 febbraio 2008 al Giro della Provincia di Grosseto, ma il 28 marzo la sua rinascita venne bruscamente interrotta: Fois fu trovato morto all'interno della sua abitazione, probabilmente per un malore.

 

 

 

 

 

 

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