I NUMERI DELL’ABBANDONO

Pubblicato il 14-09-2017

di Redazione Sermig

 


Il primo gennaio 2007 la Romania è entrata nell’Unione Europea. I residenti sono 22 milioni, ma negli ultimi 15 anni diversi milioni sono emigrati all’estero, con molteplici conseguenze socioeconomiche.
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Romania: (Plata Mare) la piazza principale di Sibiu
In particolare, il grave disagio dei figli di genitori emigrati: 170.000 studenti delle scuole medie hanno almeno un genitore all’estero. Di questi, 35.000 sono lontani da entrambi i genitori. Basti pensare a Butea, un villaggio di 3.000 anime della Moldavia romena, passato agli onori della cronaca nazionale perché quasi il 20% dei suoi bambini vive separato da entrambi i genitori ed è affidato alle cure di fratelli maggiori, altri parenti o vicini di casa.

Il 15% dei bambini romeni cresce in assenza della mamma per più di 4 anni consecutivi (dati: giugno 2007, Autorità Nazionale per la Protezione del Bambino), ma si rileva anche che il 75% degli allievi delle scuole medie ha il cellulare. Insomma, il lavoro all’estero eleva il reddito dei minori rimasti a casa, ma l’assenza dei genitori è un forte fattore di rischio per lo sviluppo di comportamenti devianti; infatti, il 16% dei minori con genitori all’estero ha avuto problemi con la polizia, oltre che a scuola.

I dati dimostrano inoltre un collegamento tra l’assenza dei genitori e la diffusione di una sindrome depressiva nei bambini; anche se il distacco dai genitori è temporaneo, gli effetti sui bambini sono psicologicamente equiparabili alla perdita di un genitore per divorzio o per decesso. Nel 55% dei casi la destinazione delle mamme è l’Italia, dove lavorano principalmente come colf (Fonte: Fundatia Soros Romania, ottobre 2007).

Il triste fenomeno si inquadra nel disagio più generale dell’infanzia romena. Oggi 77.866 bambini sono inseriti in strutture di accoglienza pubbliche (orfanotrofi o accoglienze familiari) e il 10% dei delitti commessi in Romania ha per autori dei minori. Il numero di minori che lavorano in strada è andato aumentando negli ultimi 5 anni. Nella sola Bucarest, nel 2004 c’erano 500 bambini che vivevano stabilmente in strada e 1.500 bambini che lavoravano per strada. Questi bambini sono maggiormente esposti al rischio di sfruttamento sessuale, accattonaggio, traffico di esseri umani (Fonte: Unicef Romania).

Tutto ciò a 10 anni dalla riforma del sistema di assistenza all’infanzia, che prevedeva la progressiva riduzione del numero di minori inseriti in strutture di accoglienza pubbliche e in generale il miglioramento delle condizioni dei minori romeni.

   

 

 

 

 

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