Icaro indiano

Pubblicato il 11-12-2023

di Redazione Sermig

Sabato 7 ottobre 2023. Quelle sagome di deltaplani mostrati nelle edizioni straordinarie dei telegiornali, a prima vista innocenti, verranno facilmente ricordate in forma iconica, per come il male riesca a camuffarsi dietro l’apparenza di un oggetto in volo che atterra in mezzo a una festa. Iconografia del “volo” vilipesa come l’11 settembre. Violare uno spazio aereo, credo sia come violare uno spazio di fantasia.

La stessa situazione mi ricordò una fotografia che avevo scelto per un articolo sulle tragiche competizioni mortali che riguardano le gare di aquiloni in India. Ciò che rende pericoloso questo giocattolo è che i proprietari, per abbattere l’aquilone avversario, spesso ricorrono a spalmare i cavi di acciaio, con i quali sono ancorati, con della polvere di vetro, così affilata, che solo quest’anno al Festival di Uttarayan, nello Stato indiano del Gujarat, sei persone – tra cui tre bambini – sono morti sgozzati dal cavo.

Questa fotografia, scattata per le strade di Bangalore, ci mostra due ragazzini che fuggono dal senso di oppressione causato dall’elevato sviluppo tecnologico e dal caos di una moderna città ad alta densità abitativa, impossibilitati come sono ad accedere alla massiccia esposizione di beni occidentali.

Per loro non rimane altro che sedersi in cima a un muro per isolarsi, e cercare con lo sguardo, aggrappandosi alle ali di un semplice aquilone di carta, uno spazio libero in cui concentrare i legittimi sogni. È il cielo di quelli che come loro hanno poco, e che difficilmente potranno ambire a qualcosa di più di un’apatica forma di rassegnazione o peggio, invidia.

Forse da oggi in poi, nessun bambino israeliano potrà mai più rallegrarsi alla vista di un aquilone colorato, proprio come qualsiasi ragazzino palestinese, sopravvissuto a Gaza, sarà ancora in grado, in futuro, di far brillare il proprio sguardo innocente davanti a uno spettacolo pirotecnico.

Luca Periotto

NP Novembre 2023

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