Il respiro dell'uomo

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


La mia vita è cambiata quando ho capito da dove venivo e dove andavo…

di Ernesto Olivero

L’uomo vive perché respira e il respiro non gli sembra una cosa straordinaria. Lo sente come una funzione naturale. Il respiro dovrebbe aiutare l’uomo, cammin facendo, a trovare una chiave per capire chi è, da dove viene, dove va, chi l’ha voluto e perché c’è la vita. La mia vita è cambiata quando ho capito da dove venivo e dove andavo.

Ero ancora bambino quando ho incominciato ad interrogarmi sul senso della vita e mi sembra di aver incontrato Dio fin da allora. Da quel momento me lo sono sentito addosso non come un peso o come un giudice pronto a bacchettarmi, ma come uno sempre pronto ad amarmi, incoraggiarmi, perdonarmi. Sentirsi addosso un Padre, un Amore invisibile, rispettoso, vero è una sensazione bellissima, rassicurante. Dal momento in cui ho avuto questa certezza la mia vita è stata una corsa, ma senza affanni, senza tensioni, con il costante desiderio di dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire chi è nudo, accogliere lo straniero, curare gli ammalati, visitare i carcerati. E con una costante attenzione perché fame e guerre, ingiustizie e sopraffazioni fossero cancellate.

Mi è caro un testo del profeta Isaia: “Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.” (Isaia 40, 28-31).
Come si può non impazzire di gioia nel sapere e sperimentare che questo Padre attraverso il Figlio Gesù dice a me e ad ognuno di noi che possiamo fare cose grandi: “In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre”. (Gv. 14,12).

Cari giovani, ho scelto di amarvi perdutamente, uno ad uno, perché quando avevo la vostra età non mi sono sempre sentito amato, a cominciare dalla scuola. Ma non ho risposto a questa mancanza di affetto e di comprensione con il rancore, con la ribellione. Ho capito che potevo rivoltarla verso il positivo. Amico caro, non aver paura se ti senti un niente, non aver paura se ti sei drogato. Non sentirti perso se hai vissuto tante volte l’impurità, la rabbia, la non mitezza. Anzi, proprio tu che ne hai combinate di tutti i colori puoi diventare maestro di pace, di purezza, di mitezza. Però anche tu amica, amico che sei stato fedele alla purezza, alla mitezza non pensare di dover perdere questi valori per sentirti vivo.

Dio non è un consumo che si può fare a propria misura, secondo le proprie voglie. Dio ci vuole bene sempre. Dio continua a dirci di non farci bloccare dagli scandali. Chi fa scandali usando il nome di Dio per giustificare la violenza e l’ingiustizia in realtà li fa nel proprio nome. Dio dice ad ognuno: cerca me, me solo, perché io amo te, te solo e voglio avere un amore esclusivo con te. Dio ama tutti con un amore esclusivo ed ognuno è unico e irripetibile per il suo amore.

Posso testimoniare che Dio è entrato nella mia vita. Posso testimoniare che il mondo voleva scartarmi e che Dio non ha avuto paura della mia debolezza per entrare in relazione con me. Posso testimoniare che non c’è Amore più grande di Dio. Posso testimoniare che con il suo Amore ogni giorno è nuovo, che ogni nemico può diventare amico, che ogni difficoltà si può trasformare in opportunità, che ogni problema può essere vissuto come una novità. Ogni giorno che passa è un giorno vissuto alla sua presenza, un giorno di gioventù che si aggiunge ai precedenti.

Ernesto Olivero

 

 

 

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