Il rifiuto come risorsa

Pubblicato il 02-11-2011

di Redazione Sermig


Sempre più spesso le cronache quotidiane evidenziano problemi derivati dalla gestione dei rifiuti prodotti nelle nostre città e periferie.

Dott. Ing. Marco Antonini

 

Questi problemi giustamente muovono il cittadino a manifestare il proprio disagio, costringono le varie associazioni che operano in campo sociale ed ambientale a richiedere interventi, muovono Enti e Comuni a ricercare soluzioni per risolvere il problema. Le urgenze legate alla non corretta gestione dei rifiuti comprendono problemi di natura economica, politica, gestionale, ingegneristica e non ultima informativa - conoscitiva.
Vorrei dare una chiave di lettura di una parte del "problema gestione rifiuti" (in termini di rifiuti solidi urbani) che parte da un'analisi tecnica delle possibili soluzioni legate all'esperienza sviluppata nella gestione della discarica controllata di Ginestreto da parte di Sogliano Ambiente S.p.A. per arrivare ai potenziali vantaggi e svantaggi per la collettività.
Oggi la parola sulla bocca di tutte le persone quando si parla di rifiuto è "riciclaggio", che in linea teorica è quanto di più corretto possa esistere, ma che in pratica non è applicato perché, a mio avviso, non si conoscono le potenzialità di ciò che si considera "rifiuto". Proviamo a pensare al "rifiuto" non più come tale ma come risorsa con potenzialità ben definite che gli addetti ai lavori ben conoscono e che andremo a specificare di seguito. Pensiamo inoltre ad un concetto di riciclaggio più alto, non solo lasciato nelle mani dei cittadini chiamati alla differenziazione del proprio rifiuto in svariate tipologie, ma affrontiamolo da un punto di vista tecnico industriale.

Vista dall'alto di un impianto di smaltimento.

Il rifiuto solido urbano è composto da circa il 66% in volume di plastica, carta e altri materiali leggeri (la plastica di varia forma e vario genere è l'elemento principale) chiamata anche frazione secca, mentre il restante circa 34% in volume è formato da residui organici chiamati frazione umida. Esistono macchinari industriali composti di trituratori e vagli che possono ottenere una differenziazione molto prossima a quanto sopra definito andando a dare una prima classificazione alla "risorsa - rifiuto".

1) La separazione del rifiuto in queste due parti consente di compiere trattamenti differenti:
La frazione secca, composta per lo più da plastica, il cui riciclaggio non consente di ottenere un prodotto competitivo nel libero mercato, potrebbe essere utilizzata come combustibile negli inceneritori, grazie all'elevato potere calorifico di quasi tutte le tipologie di questo materiale molto eterogeneo. L'inceneritore, a sua volta opportunamente progettato per il recupero termico, può produrre energia elettrica. Per ciò che concerne le emissioni in atmosfera, esistono sistemi brevettati che consento un abbattimento pressoché completo d'ogni emissione nociva. Per ciò che concerne le ceneri, queste devono essere trattate in modo particolare e conferite in discariche opportunamente dedicate. E' ovvio che il rapporto volumetrico fra rifiuto conferito all'inceneritore e le ceneri prodotte dalla combustione, è nettamente positivo. Si tenga sempre presente che un minor volume di rifiuto occupa uno spazio inferiore in discarica, con la conseguente diminuzione dei siti dedicati allo smaltimento in loco dei rifiuti. Questo fatto dovrebbe provocare un minor impatto a livello sociale ed ambientale.

2) La frazione umida composta soprattutto da residui organici ha la potenzialità di produrre biogas e percolato. Il biogas si origina dalla decomposizione dell'ammasso del rifiuto conferito e compattato in discarica. Tale decomposizione avviene per la maggior parte del tempo in ambiente anaerobico, e perdura all'incirca 20-25 anni con un picco massimo di produzione dopo i primi cinque anni. Il biogas è composto generalmente da un 45- 52 % di metano (variabile nell'anno e legato a vari fattori fra cui la temperatura e l'eterogeneità del rifiuto, precipitazioni meteorologiche, ecc...), da circa il 34 - 38 % d'anidride carbonica (dato variabile legato ai fattori definiti in precedenza), da circa il 10-18 % da azoto (dato variabile legato agli stessi fattori sopra esposti) e comunque all'interno sono presenti una moltitudine di sostanze (espresse in mg/Nm3) derivanti dalla decomposizione del rifiuto, per lo più responsabili della produzione dei cattivi odori.

L'altro prodotto della decomposizione è il percolato, liquido inquinante, che deve essere
controllato e captato dal fondo della discarica per poi essere avviato a depurazione
.
La corretta gestione di questi elementi deve partire all'atto stesso della progettazione della discarica, mediante sistemi d'impermeabilizzazione del terreno ed opere di captazione del biogas e del percolato eseguite in modo tale da garantire la corretta gestione del sito per almeno i 30 anni successivi alla chiusura.
Il controllo puntuale, preciso e continuo di questi fattori consente di minimizzare gli impatti sulla popolazione e sull'ambiente circostante con ritorni economici non di poco conto per la collettività. In sintesi, quanto sopra evidenzia in pochi passaggi gli elementi principali d'interazione fra discarica, inceneritore, depuratore, ambiente e popolazione che vive nei luoghi adiacenti ai siti di stoccaggio definitivo.


Lavorazione dei rifiuti.
In conclusione riporto alcune considerazioni:
1) Il rifiuto per essere veramente riciclato deve essere considerato come una risorsa importantissima per la popolazione e ci si deve convincere che il pieno riciclaggio può avvenire solo ed unicamente sfruttando tutte le potenzialità possedute dal rifiuto.
2) Vista la necessità sempre più incalzante d'energia elettrica che il paese richiede, è importante non sprecare una risorsa che deriva direttamente da un'attività che consente di limitare l'inquinamento atmosferico, a tutto vantaggio della collettività.
3) Le popolazioni interessate dagli impianti possono trarre vantaggio dalla loro presenza o in modo diretto con l'aumento dei posti di lavoro o in modo indiretto con la creazione d'economie di scala e d'agevolazioni economiche legate al comune di residenza.
4) E' indispensabile un'informazione corretta, esaustiva, fornita da personale competente e preparato, in stretta correlazione con gli organi di controllo, che porti finalmente ad avere una corretta visione del problema rifiuti in forza dell'effettiva possibilità tecnica di poter svolgere un corretto sfruttamento della risorsa.
5) La tutela ambientale vera si raggiunge in modo più completo se si lega il riciclaggio ad un utilizzo della materia che non ponga i prodotti ottenibili in posizioni di nicchia, ma che consenta la realizzazione di quel prodotto che ha più richiesta di mercato o che ha la maggiore versatilità nell'utilizzo.
6) La gestione dei rifiuti deve essere programmata con ampio anticipo con soluzioni tecniche precise e collaudate perché soluzioni affrettate o non ben verificate possono portare ad originare problemi soltanto a volte risolvibili con enorme dispendio di denaro.
Dott. Ing. Marco Antonini

 

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