Il sì che sfonda la sofferenza

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


A volte ci troviamo con le spalle al muro, la vita ci sembra un tunnel senza uscita…

di Ernesto Olivero
Il sì che sfonda la sofferenza fa scoprire nuove energie, nuove forze e dà un nuovo significato all’amore e alla sofferenza, ma l’uomo non deve avere paura di scoprirsi.
L’uomo ha paura di pensare, ha paura di sentire il silenzio che gli parla dentro. Allora decide di assecondare il desiderio, decide di godere, di avere solo diritti e mai responsabilità, di avere la libertà di fare quello che vuole, la libertà di non aver legami se non quelli che gli fanno comodo.

Questo uomo dove va? Questo uomo che si unisce ad una donna solo per il tempo in cui tutto fila liscio, e scioglie il legame appena sorge un problema, appena spunta una crisi. Perché devo soffrire? – si chiede - me ne cerco subito un’altra, un altro e così tutte le volte che voglio. E quando sarò vecchio a chi mi appoggerò? Anch’io da vecchio posso essere lasciato, lasciata, abbandonato perché divento un peso, perché non servo più. Rischio di imboccare il tunnel della disperazione. Sono malato? Perché soffrire, perché non farla finita con una “buona morte”?


L’uomo e la donna che hanno paura di soffrire non andranno mai verso la realizzazione, si impediscono di scoprire il meglio che può esserci in loro. Penso con tristezza che quando l’uomo si guarderà fino in fondo e scoprirà in che mondo vive, ma veramente, si vergognerà. Scoprirà di essere un egoista che non ha visto il male procurato attraverso la sua indifferenza. Abbiamo tutti sperato che Tommy tornasse a casa e ci regalasse il suo sorriso e lo stupore dei suoi occhi azzurri. Al termine di un mese di ricerche e di falsità abbiamo saputo che era stato ucciso subito dopo il sequestro. Da balordi, da bastardi, da assassini, da incoscienti? No, da uomini che per un loro interesse non hanno avuto scrupoli ad annientare un futuro, un amore.

Se l’uomo scoprisse la sapienza che c’è in lui, se l’uomo scoprisse che in ogni stagione c’è una stagione di amore e di riconoscenza… Ma il “se” è stato inventato per essere “se” e il “se” resterà sempre “se”, è la sua vita. Il “se”, quando l’uomo pensa e medita e non si lascia prendere dalla paura, diventa sì. Capiamo tutti che il sì è una fatica, talvolta inumana: vuol dire per esempio stare vicino ad un famigliare gravemente ammalato e non abbandonarlo. Continuo a pensare che l’uomo è fatto per amare ed essere amato, ma è anche fatto per scoprirsi, per scoprire che questo mondo non va d’accordo tra Nord e Sud, Est e Ovest, che non va d’accordo tra uomini che credono in Dio in modo diverso. Questo uomo che si mette in gioco fa la differenza.

Ernesto Olivero

 

 

 

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