Incominciamo da “Capo”

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


Qualcuno sostiene che nella Chiesa è ora di ricominciare da capo. Perché ricominciare da capo?

di Ernesto Olivero


Qualcuno sostiene che nella Chiesa è ora di ricominciare da capo. Perché ricominciare da capo? Ricominciamo dal nostro Capo che è Gesù Cristo, che pur essendo Dio, è umile servo. Ho visto la trasmissione di Santoro. Sono rimasto profondamente colpito dal racconto di quella donna, di quel ragazzo e del giornalista autore dell’inchiesta della BBC, tutti vittime di ministri della Chiesa che hanno tradito proprio il Bene a cui si erano consacrati.
Queste poche righe le dedico a loro, come se li abbracciassi: la vostra sofferenza è la mia sofferenza. Sono una persona serena, ma ho un fondo di tristezza costante per tutte queste violenze, e quante ce ne sono! Non mi consola il fatto che in tante nazioni i “professori” e i “preti” di altre confessioni ne hanno fatte di peggio. Certo dai miei preti non me lo immaginavo! Ma non me lo immaginavo neanche dagli altri, da nessun altro. E non mi immaginavo che tante orribili violenze si consumassero proprio nelle famiglie e i carnefici fossero padri, madri, nonni, zii di bambini inermi.
La verità bisogna avere il coraggio di guardarla in faccia. La verità fa liberi. Chiedo pulizia e trasparenza prima di tutto a casa mia, nella Chiesa. Non dobbiamo avere paura di fare chiarezza, lo suggeriva con parole accorate e ispirate il card. Ratzinger durante la Via Crucis del 2005: “Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!”. Parole così chiare non le ho mai sentite da nessun altro esponente religioso, da nessun esponente politico.
Chi sbaglia, anche se prete, è e resta un cittadino, soggetto alla legge, al processo, alla pena. Ma non basta perseguire un reato per risolvere un problema così serio come quello della pedofilia negli ambienti ecclesiali. Bisogna cominciare dai seminari dove le vocazioni sacerdotali sono accolte e dove capita che, pur di coltivare una presunta vocazione, i responsabili accettino soggetti con personalità disturbate. Se non è così mi chiedo come sia possibile non accorgersi per tempo di una mente deviata e farla arrivare fino agli ordini sacri! In questi ambienti, come in altri, si sa sempre tutto, le notizie corrono. Quante volte succede che fatti di questo genere, o altre illegalità, vengano segnalate ai responsabili senza trovare risposte adeguate!

Di fronte ai fatti denunciati bisogna avere il coraggio di riconoscere che sono la punta di un grande iceberg: inorridire, indignarsi non basta, bisogna operare un cambiamento sociale e culturale, bisogna proteggere i bambini. Tutti insieme, la Chiesa prima di tutti, dobbiamo creare una rete di protezione attorno ai bambini, bambini usati per il sesso degli adulti, bambini usati come pezzi di ricambio per il trapianto degli organi, bambini usati come forza lavoro, bambini usati, comprati, venduti, bambini soldato…
La Chiesa non è una struttura che si deve aggiornare, - questo l’ho imparato da don Michele Do, discepolo di don Mazzolari – ma una Presenza a cui convertirsi e la Presenza è quella di Gesù, il nostro Capo umile di cuore. E’ tempo che ci convertiamo sul serio!

Questa mattina è venuto da me a piangere un mio caro amico che presto diventerà sacerdote, un giovane buono, mite, puro. Mi ha detto: “Ho visto la trasmissione di Santoro sul tema dei preti pedofili…non mi ha scandalizzato il modo in cui l’ha condotta, in fondo fa il suo mestiere… Non mi scandalizzano quelli che attaccano la Chiesa, mi scandalizza piuttosto chi dovrebbe rappresentare l’Amore di Dio e si ferma a fare una discussione dialettica invece di commuoversi e soffrire di fronte alla storia di una bimba violentata da un prete… Nel vangelo di oggi Gesù va al Tempio e rovescia i tavoli dei cambiavalute perché la sua casa di preghiera l’abbiamo trasformata in una spelonca di ladri. La Chiesa è casa di preghiera, ma oggi è molto spelonca di ladri e noi ci ricordiamo solo delle parole di Gesù che gli inferi non prevarranno, dimenticandoci di rovesciare i tavoli dei cambiavalute”.

Perché questa nostra presa di posizione? Perché penso che difficilmente ci sarà uno “speciale”, fatto bene come quello di ieri, su don Giuseppe Vietto di Torino o su don Paolo Gariglio di Nichelino oppure su padre Emanuele Casola di Ravanusa o su mille altri preti e suore che con fedeltà e dedizione sono al servizio del prossimo. Andate e vedete.
Questa mia posizione è molto sofferta perché Gesù continua ad attrarre vocazioni stupende che sovente vengono confuse facendo di tutta un’erba un fascio. Mi sostiene il ricordo di mia mamma Ester che avrebbe sofferto moltissimo per queste violenze, lei che si toglieva il pane di bocca per aiutare chi ne aveva bisogno. E come lei ce ne sono a milioni!
So che le forze del male non prevarranno, so che la Chiesa non finirà: per grazia di Dio e per la fedeltà di tante vedove che gettano nel tesoro del tempio tutto il loro avere.
Ernesto Olivero
Torino, 4 giugno 2007

 

 

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