Kenya: Rinuccia e Maria Teresa libere

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig

Il 9 novembre scorso Rinuccia Giraudo e Maria Teresa Olivero, del Movimento contemplativo missionario “padre de Foucauld” di Cuneo, erano state rapite in casa loro ad Elwak, un piccolo villaggio nel nord est del Kenya, da un commando armato di 200 uomini. Hanno trascorso i lunghi mesi della prigionia a Bar Dheera in Somalia. È di ieri la notizia della liberazione.

Rilasciate a Mogadiscio, successivamente sono state trasferite in aereo a Nairobi. «Liberandoci, ci hanno resuscitate - ha detto suor Caterina alla radio vaticana - e siamo tanto riconoscenti. Abbiamo vissuto in grande angoscia questi 102 giorni di prigionia... Ci ha salvate la preghiera».
Nelle parole del fondatore del Sermig il sollievo per la loro liberazione.

di Ernesto Olivero
 

Prima di tutto un grande ringraziamento per le nostre due sorelle, suor Maria Teresa e suor Caterina, che sono libere. La notizia della loro liberazione all’Arsenale della Pace era attesa da giorni. Eravamo fiduciosi che tutto si sarebbe risolto, ma anche consapevoli del rischio che qualche problema potesse bloccare tutto.

Sin dal primo momento ci siamo sentiti parte della loro comunità ed abbiamo gioito, sofferto, patito, pregato. Gioito, perché tutto in Dio può diventare grazia; patito, perché ciò che stava accadendo era motivo di sofferenza; pregato, perché ogni giorno ci rivolgevamo al Signore per loro.
Benché ora siano state liberate, è necessario fare una riflessione molto severa: come è possibile rapire due donne povere e indifese che lavoravano per i poveri notte e giorno con semplicità e dedizione?

Mi è tornato in mente un fatto accaduto 24 anni fa. Dei ladri si erano introdotti nell’Arsenale della Pace e il furto aveva avuto una certa risonanza sulle pagine dei giornali. Alcune famiglie di carcerati fecero una colletta per noi e un detenuto ci scrisse una lettera in cui sosteneva che una volta i poveri, i carcerati, che passavano vicino a case come l’Arsenale si segnavano con il segno della croce, ringraziando per il bene che lì si faceva e per l’aiuto che avrebbero potuto ricevere in caso di necessità. “Non c’è più religione!” concludeva il detenuto.

In un mondo come il nostro, in cui le donne che vanno a lavorare per i poveri vengono rapite, l’islam avrebbe dovuto insorgere, l’ebraismo avrebbe dovuto insorgere, il cristianesimo avrebbe dovuto insorgere, gli uomini di buona volontà avrebbero dovuto insorgere. Ma le voci della protesta e della solidarietà sono state poche e isolate.

Dobbiamo sognare una società dove i bambini sono difesi, le donne sono difese. Oggi non è così. Abbiamo tanto lavoro da fare. Ma oggi ringraziamo. Siamo felici che la comunità Charles de Foucauld abbia fatto a noi una delle prime telefonate per comunicare la liberazione; sapevano che pativamo insieme. La nostra è un’amicizia che dura da decenni.

Gioiamo per questa liberazione, ma riflettiamo. Donne e uomini che riflettono creano un futuro un po’ più serio, un po’ più vero.

di Ernesto Olivero

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CAPODANNO 2009: L’INTERVENTO DI PICCOLA SORELLA ELISABETTA

CATERINA E MARIA TERESA: VI ASPETTIAMO

 

 

 

 

 

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