L’Arsenale della pace in festa

Pubblicato il 28-10-2020

di Redazione Sermig

Oggi, 37 anni fa, entravamo per la prima volta nel cortile dell’ex arsenale militare, e iniziava la trasformazione in Arsenale della Pace, concretizzando le parole del profeta Isaia: Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra.

Oggi, 7 anni fa, il vescovo Cesare Nosiglia ci permetteva di unire a questo ricordo la memoria di Maria Madre dei Giovani.
Oggi camminiamo nel silenzio dell’alba seguendo i passi di Ernesto, senza portare nulla con noi se non un rosario e la presenza di Dio che ci avvolge. E poi lei, Maria, la Madre dei Giovani, sempre nel suo amato zainetto che ci passiamo a turno a ogni tappa. Non importa se non si può fare la marcia in diecimila come in passato: lei e noi continuiamo a camminare con lo stesso passo. Preghiamo per il mondo e per tutte le persone sofferenti. In questo cammino ripercorriamo alcune tappe della storia del Sermig, portando con noi tutto il popolo che ne fa parte in terra e in cielo.
Non entriamo nella Piccola Casa della Divina Provvidenza e dalle suore di Sant’Anna, ma lasciamo due carezze sui rispettivi portoni. La prima sosta è al santuario di Maria Consolatrice e Consolata, che ci ha visto muovere i primi passi nella fede e ha sempre accolto la nostra preghiera per ogni necessità che ci trovavamo a vivere personalmente e come fraternità.
Affidiamo a lei tutti i giovani, soprattutto quelli che non amano più la vita. Salutiamo la chiesa di San Dalmazzo e arriviamo in via Lascaris, all’Arcivescovado: qui l’allora Ufficio Missionario ha visto nascere il Sermig, e hanno preso vita tanti episodi fondanti di ciò che siamo ora. Semplicemente camminiamo, con tanti testimoni che fin dall’inizio ci hanno riconosciuti, uno per tutti: padre Michele Pellegrino. Poco lontana c’è la chiesa carmelitana di Santa Teresa e ricordiamo papa Francesco con la Chiesa tutta, ma anche padre Mario Nascimbeni, carmelitano da cui abbiamo imparato a lasciarci osservare e a mantenere le promesse.
Intanto piano piano il centro di Torino si sta risvegliando, qualcuno osserva questo gruppo silenzioso e orante che attraversa piazza Castello e saluta la chiesa di San Lorenzo. Il ricordo qui va a don Franco Martinacci, un fratello buono che ci ha sostenuto nei primi anni dell’Arsenale. Sostiamo davanti al Duomo e attraversiamo una Porta Palazzo ancora dormiente. Ci fermiamo un’ultima volta davanti alla parrocchia dell’Arsenale della Pace: la parrocchia di San Gioacchino, anch’essa sede del Sermig tanto tempo fa, poco dopo aver ospitato lì Madre Teresa di Calcutta che ci ha poi lasciato il mandato di portare a casa i giovani e i bambini.
Ultimi metri, e siamo sotto la tanto amata scritta Pace, davanti a una casa che dà speranza a tante tante persone ogni giorno. Entriamo con lo stesso spirito e la stessa determinazione con cui siamo entrati 37 anni fa, col desiderio di continuare a vivere e a sognare ogni giorno come se fosse il primo.

NP agosto / settembre 2020

 

CIAO ANNALICE!

Annalice Ranellucci, per tanti anni collaboratrice di Nuovo Progetto e volontaria dell’accoglienza femminile del Sermig, è mancata il 7 aprile scorso.
Con affettto e riconoscenza la ricordiamo con questa sua preghiera.

Per quello che abbiamo pensato
e non abbiamo messo in pratica.
Per quello che dovevamo dire
e non abbiamo detto.
Per quello che dovevamo fare
e non abbiamo fatto.
Per quelli che ci hanno amati
e non abbiamo amato.
Per tutto questo, io ti prego Signore
.

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