La bontà che disarma

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


Viviamo in un’epoca difficile
in cui l’odio - ideologico,
religioso, culturale, economico - sembra
il padrone del mondo.
Mai come adesso l’amore
può essere più forte,
fino quasi a superare se stesso;
può volere l´impossibile per gli uomini,
come desiderare che finalmente
pace e giustizia abitino bene insieme
e siano cementate dal perdono.
Perché questo accada bisogna
che i buoni, tutti i buoni, si riconoscano,
s’incontrino e collaborino:
i buoni ebrei, i buoni musulmani,
i buoni cristiani, i buoni non credenti,
i buoni buddisti, i buoni induisti.....
tutti i buoni.
Solo i buoni possono indicare
una strada buona, soluzioni buone,
economia buona, politica buona,
potere buono a servizio del bene, confini buoni,
regole buone, ripartizione buona.
I buoni possono essere il sale,
i buoni possono trasfigurare il mondo.
I buoni che sono trasparenza
di ciò che non si vede,
che vivono con coerenza
i valori in cui credono,
possono chiedere perdono a Dio
per il male che ha fatto tanto male.
I buoni possono perdonare
perché l’hanno imparato da Dio.
La bontà è la chiave dell’incontro,
di qualsiasi incontro.
Quelli che sono buoni
hanno il desiderio di incontrarsi sempre.
Amici della fraternità la bontà è disarmante:
è il nostro costante atteggiamento interiore,
è il desiderio intimo della nostra vita.
Il buono disarma se è buono dentro,
il buono porta a Dio, ha Dio dentro,
il buono ha scelto Dio con tutto il cuore,
con tutte le sue forze
e lo sceglie specialmente
quando si sente povero, peccatore,
quando si sente non compreso,
quando si sente scartato,
quando nessuno si ricorda di lui.
   
  

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