La pace: un mosaico possibile

Pubblicato il 27-06-2010

di Redazione Sermig

Debole e insicura, quasi esitante, una voce chiese: “la pace in Medio Oriente è possibile?”. “Impossibile!” proruppe invece un grido freddo, impassibile e antico. …Poi al SERMIG è successo questo:

a cura del "Dream Team"
Debole e insicura, quasi esitante, una voce chiese: “la pace in Medio Oriente è possibile?”. “Impossibile!” proruppe invece un grido freddo, impassibile e antico.
…Poi al SERMIG è successo questo:

Tra le attività svolte c’è stata quella di preparazione degli aiuti umanitari, in particolare alimenti destinati alla Georgia. Tutto nella norma! Spesso accade che in Arsenale si dedichi del tempo e delle energie alla selezione e alla preparazione delle spedizioni. Per i ragazzi del Medio Oriente però l’attività era del tutto nuova!
 Ben presto è sorta una domanda: che senso ha preparare degli aiuti umanitari per la Georgia, quando è la mia terra che ha bisogno di aiuto? Sono venuto qui per cercare una via di pace e riflettere sul conflitto tra Palestina e Israele, e non per cercare di risolvere il problema della fame nel mondo! Ma a volte il silenzio fa strada, apre quei sentieri che le parole non sanno tracciare, sposta quelle “monete” che davanti ai nostri occhi impediscono di vedere il volto di chi hai di fronte.

E proprio così, senza voler cercare subito una risposta a questo interrogativo legittimo, l’attività è proseguita. Ben presto, tra uno scatolone di pelati e un bancale con data di scadenza 2009, qualche ragionamento nuovo ha iniziato a crescere, qualche frase “provata” in un inglese non perfetto delinea tratti inaspettati di un incontro che ormai entra nel vivo, miscelando culture e abitudini, problemi e sogni, attese e paure. Il mio problema resta un problema da affrontare e vivere, ma una dimensione più grande lo circonda e per certi versi lo protegge, lo aiuta: aiutando, mi aiuto.

I minuti scorrono e momenti differenti di incontro si alternano, lasciando spazio al dialogo composto da mille pezzi e differenti collanti. Quasi in analogia ecco che tutti si recano nelle mura di un capannone rinnovato il cui nome non lascia equivoci: “laboratorio di restauro”. Mentre ciascuno cerca il pezzo giusto per comporre una colomba di un mosaico già iniziato, i volti e i sorrisi si intrecciano, e le mani di ognuno sembrano richiamare a una semplicità necessaria, tanto necessaria quanto maestra, in un mondo che sembra averla dimenticata.

Sembrava tutto difficile, “impossibile”, arduo. Ora invece, mentre queste dita fremono per finire un articolo incominciato quasi per caso, tutto è reale, già accaduto… in sintesi: possibile! Ma per noi ora la domanda pressante è un’altra; cambia volto, si trasforma e con una sfumatura marcata ci rinnova: "c’è qualcuno che è disposto ad ascoltare?"

a cura del "Dream Team"
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