La società del miglior guadagno

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig

C’è una foresta che cresce senza far rumore e che fa rifiorire il deserto.

di Ernesto Olivero

Amare o non amare? Questo è il problema. Elevarsi o abbassarsi? Questa è la tragedia o la scelta di saggezza che l’uomo del nostro tempo è chiamato a fare.  In ambito televisivo oggi nessuno si azzarda a produrre un programma sportivo che non sia condito con litigi e battibecchi o un qualsiasi programma di prima serata in cui dai numerosi, indispensabili ospiti non partano volgarità e insulti. Il litigio in diretta attira ascolti, ma è una pratica che non condivido. Nel caso di due persone che dialogano quando una alza i toni e l’altra abbassa la voce, anche chi grida dopo un po’ abbasserà la voce. Purtroppo non si educa il telespettatore a non guardare programmi violenti.

Di recente è stato diffuso il messaggio del Papa per la 41a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che ha per tema “i bambini e i mezzi di comunicazione: una sfida per l’educazione”. Benedetto XVI riconosce che i comunicatori che lavorano nel settore dei media sono costretti dalla competitività commerciale ad abbassare gli standard, ma evidenzia che è perversione produrre programmi che esaltano la violenza e volgarizzano la sessualità, specialmente quando sono rivolti ai bambini.

Il filosofo Cacciari intervistato sul valore del messaggio del Papa, dopo aver rilevato che questa perversione è ormai fisiologica per il mondo contemporaneo, ha dichiarato: “È il grande valore di una testimonianza sconfitta. Ma allora la Chiesa dovrebbe veramente comprendere fino in fondo il suo essere sconfitta qui, alzare la sua voce – vox clamans in deserto – davvero al di là di ogni appello puramente moralistico ed etico come spesso appare quello della Chiesa” (GR1 del 25 gennaio 2007).

 

A me sembra che chi di noi - chiesa o società civile - “grida nel deserto” deve piuttosto sperare che il deserto si popoli di gente che sceglie il bene, deve essere convinto interiormente che l’amore vince, deve credere sul serio in quello che dice. Se persevera, il deserto che c’è intorno non avrà l’ultima parola, anzi si trasformerà in giardino. La gente non dirà più “Quello parla solo perché ha la lingua in bocca”, ma gli darà credito: “Quello mi piace perché ci crede, perché ci ama, perché ha pietà del male che vede intorno”.

 

Anche oggi, in questo tempo così cinico e indifferente, il testimone credibile è ascoltato. Credo che di fronte ai ragazzini che si violentano e poi diffondono su internet le immagini delle loro “imprese”, di fronte ai ragazzi che picchiano persone inermi bisogna avere pietà, intestardirsi a diventare sempre più credibili e continuare a dire che il bene fa bene. Quei ragazzini che si sbattono su internet che futuro hanno? Per trovare il futuro giusto per loro dobbiamo saperci chinare sui mali di oggi e volere davvero che dal male nasca il bene. Il male ha sempre portato male, il bene ha sempre portato bene. Alla società del minor danno noi preferiamo la società del miglior guadagno. Ho visto la gente risorgere dal male, ho visto prostitute, lebbrosi, bambini di strada, carcerati guarire e risorgere perché ho visto tanta gente che sa abbracciare il lebbroso, la prostituta, il carcerato, il bambino di strada.

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