L’amore vero

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


Come riconoscerlo? Come fargli spazio? “Quando l’amore vero nasce, immediatamente la terra freme…”.

di Ernesto Olivero


A parole tutti vogliamo amare, a parole tutti vogliamo realizzarci. A parole. Ma quando l’amore vero nasce, immediatamente la terra freme, perché la terra sa che un amore vero feconda, porta frutto. L’amore quando nasce sa che immediatamente è accompagnato dalla nostalgia. Una nostalgia struggente che vorrebbe l’amore sempre presente, vorrebbe quasi poterlo afferrare. È nostalgia di bellezza, di verità, di bontà, di una presenza che ti riempie, e in fondo è una benedizione del Signore, per ricordarti che l’amore va accudito.
Ma se è vero amore non lo puoi possedere, non si consuma, lo devi rispettare. Se tenti di possederlo non è più amore. Quando un uomo è toccato dalla luce, se la vuol stringere, cosa stringe? Niente. Può solo stupirsi che la sua mano sia toccata dalla luce. Può solo amarla e rispettarla.
l'amore vero Cosa deve ancora avvenire perché apriamo gli occhi? Pochi giorni fa un giornale ha riportato il racconto di una ragazza che il sabato notte fa la barista in un locale notturno. Un racconto che vale mille inchieste. Un girone tragico di sesso, alcool, droghe. Ragazzi e ragazze che vorrebbero possedere l’amore, ma finiscono a terra, storditi, nel loro vomito, nell’indifferenza di tutti. Se uno entra nell’amore che vuol possedere, entra in questo sballo, entra in questo non amore.

Vorrei far venire a me il desiderio dell’amore vero, vorrei far venire a voi il desiderio dell’amore vero. Se lo lasci vivere, l’amore vero porta frutto per gli altri, porta concordia, porta cibo, porta speranza - insieme a sofferenza, perché le cose buone si pagano sempre. La sofferenza è il custode più prezioso dell’amore vero perché l’amore resti amore.

Quando qualcuno di noi diventa amore crea amore intorno.
E allora abbiamo la possibilità di dire nel nostro cuore: Signore, io ci sono, sono pronto ad affrontare l’amore. Vorrebbe stordirmi, vorrebbe possedermi, ma io voglio entrare in una trascendenza d’amore in cui l’amore, grazie a me, possa portare frutto. Voglio che la terra frema attorno a me, perché quando nasce qualcosa di buono nasce per gli altri.

Ogni volta che ci mettiamo in gioco, che della nostra vita facciamo una restituzione a Dio e agli altri del nostro tempo, dei nostri talenti, quello può essere un gesto d’amore. Nel silenzio di un momento di riflessione il Signore può ascoltare sì mai detti, sì che sapranno affrontare il deserto, che sapranno vincere la voglia di possedere. Sì accompagnati da prove e da sofferenze ma fedeli, che porteranno tutti i frutti che Dio ha riposto in loro.

Amici miei, se lo vogliamo, può iniziare davvero un nuovo cammino di felicità. I sì a Dio, vi assicuro, danno felicità; danno anche tribolazione, danno tante lacrime, ma sono gli unici che portano una gioia intima nel cuore.

Ernesto Olivero

 

 

 

 

 

 

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