MEDIO ORIENTE TERRA AMICA: Primo passo

Pubblicato il 27-06-2010

di Redazione Sermig

Mille giovani. Da Israele, dalla Palestina, dall’Italia, dall’Africa si sono incontrati in questi giorni all’Arsenale della Pace, per dare voce e idee alla pace...

Mille giovani. Da Israele, dalla Palestina, dall’Italia, dall’Africa si sono incontrati in questi giorni all’Arsenale della Pace, per raccontare i loro sogni, le loro attese, per dare voce e idee alla pace, per tentare di fare del Medio Oriente, fino ad ora terra di conflitti, un “Medio Oriente Terra Amica”.

Si sono ritrovati non per fare un convegno sulla pace, ma per condividere insieme gesti, riflessioni, momenti di convivialità, di conoscenza e di serena vicinanza. Si sono sentiti accolti dal clima di amicizia dell’Arsenale che da anni accoglie esperienze di giovani di tutto il mondo, molti dei quali sono “Giovani della Pace” impegnati in progetti di solidarietà. L’Arsenale è testimone della presenza di persone di 125 nazionalità. La diversità per noi è una ricchezza, una moneta preziosa che quotidianamente circola e diventa incontro, rispetto, convivenza nella reciprocità.

Questi giovani hanno sperimentato che si può costruire la pace partendo da piccoli gesti di solidarietà fatti insieme: hanno lavorato a preparare gli aiuti che partono da questa casa per situazioni di emergenza e di sostegno a progetti di sviluppo. Proprio nel lavoro gomito a gomito, nello “sporcarsi le mani” insieme, che è lo stile dell’Arsenale, è nata una comprensione e una amicizia che supera le barriere di cultura, di religione, di relazione tra gli Stati.

Le giornate sono state scandite dalla condivisione di silenzio, del lavoro per la solidarietà, della riflessione sui temi della pace, della mondialità, dello sviluppo, della musica, del canto. Momento culmine dell’incontro la veglia di capodanno in cui i giovani hanno condiviso la loro esperienza, i loro sogni, con i numerosi partecipanti e hanno aperto l’anno con la marcia della pace per le strade della città.

“All’inizio non capivo il senso della proposta che ci avete fatto, mi chiedevo perché invece di parlare di pace seduti intorno a un tavolo stavamo insieme a cantare, costruire un mosaico, preparare pacchi di alimenti da spedire... Poi ho capito: grazie a queste attività fatte insieme, non siamo più dei partecipanti a un qualche convegno sulla pace provenienti da diversi paesi, ma siamo persone, siamo amici che cercano di costruire la pace insieme”. (Jack- Betlemme)

“Qui in Italia è facile per le persone di diverse nazioni o religioni incontrarsi, invece nel nostro Paese se voglio incontrare gli arabi devo oltrepassare un muro e pagare dei soldi. Mi piacerebbe avere la possibilità di vivere senza muri e poter continuare le relazioni che abbiamo intessuto qui”. (Merav – Bat-Yam)

L’anno prossimo continueremo la positiva esperienza di questo incontro estendendo l’invito anche a giovani di altri Paesi mediorientali, soprattutto a quelli più segnati dai conflitti.
La nostra speranza è che i giovani del Medio Oriente, dell’Europa, del mondo possano contribuire alla costruzione della pace dando vita ai loro sogni e i loro desideri.
Sappiamo che i giovani di tutto il mondo vogliono la pace.

Fraternità Sermig
Torino, 2 gennaio 2007

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