NEW YORK CITY MARATHON 2007

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


3-4 novembre 2007: si ripete a New York il rito annuale della Maratona. 42 km e 195 m di corsa ma soprattutto di festa. Dal nostro inviato.

di Giacomo Bonazzola 


Nel 490 a.C. un uomo di nome Fidìppide divenne un mito perché dopo la guerra combattuta tra Ateniesi e Persiani corse da Maratona fino ad Atene, percorrendo 42 chilometri, per poi morire nei pressi dell'Acropoli probabilmente per la fatica, dopo aver annunciato la vittoria. Nel 1896 gli organizzatori della prima Olimpiade moderna, svoltasi ad Atene, decisero di inserire una corsa lunga 42 km e 195 m chiamandola appunto “Maratona”.
nymarathon.jpg Da alcuni decenni la Maratona si corre anche al di fuori dei Giochi Olimpici e una delle più famose è quella di New York, che si corre dal 1970 la prima domenica di novembre. Io ho avuto la grande fortuna di partecipare all’edizione di quest’anno. Quasi tutti sostengono che quella di New York sia la Maratona più bella di tutte, io non ho partecipato a nessun’altra maratona, ma credo che questa frase sia proprio vera! Non è tanto per il percorso - che parte dal ponte di Verrazzano e attraversa successivamente i quartieri di Brooklyn, il Queens, Manhttan, il Bronx, per poi tornare a Manhattan e finire all’interno di Central Park - ma è per tutto quello che avviene intorno alla corsa.

Questo evento viene vissuto dalla città come una giornata di grande festa, dalla quale nasce un’atmosfera favolosa. Di solito quando corri le stracittadine trovi lungo il percorso qualcuno che saluta i corridori, ma si vedono anche tante altre persone infastidite dalla corsa, magari perché devono attraversare il percorso di gara con la macchina o chissà per quale altro motivo. Invece a New York i cittadini che si raggruppano lungo i bordi di tutto il percorso sono felici di vedere tanti corridori e li salutano tutti.

Ma questo evento non è solo una corsa, è una serie di manifestazioni che iniziano il sabato 3 novembre mattina. Si parte dalle 8 del mattino con il ritrovo davanti al palazzo dell’ONU, dove avviene una sorta di sfilata di tutti i partecipanti stranieri alla Maratona. Anche se fa freschino l’atmosfera diventa subito particolare, perché i partecipanti sono divisi per Nazione d’origine e quasi tutti indossano i colori tipici del loro Paese, quindi vedere questa folla è veramente uno spettacolo. In molti si raggruppano per fare delle foto ricordo e alle 9 si inizia a correre quella che ha il nome di “Friendship Run”, ovvero una corsa che assomiglia di più ad una passeggiata, dato che con tutta questa gente in mezzo alla via lo spazio è poco (anche se le vie di New York sono a 4 o 5 corsie) e quindi si va piano, fino ad arrivare a Central Park.

All’arrivo c’è un banda che suona, molti tornano in hotel e altri (come ho fatto io) proseguono nel parco per fare un po’ di riscaldamento per il giorno dopo. Ma prima ho assistito ad una cosa veramente bella: alcuni corridori di diverse nazionalità si sono portati delle magliette tipiche dei loro Paesi da scambiare con gli altri partecipanti! Ho trovato questa idea splendida e mi è dispiaciuto non avere avuto a portata di mano una maglietta italiana da scambiare!

Nel pomeriggio ci sono le riunioni pre-gara dove si discute delle caratteristiche del percorso e dove degli esperti danno consigli a chi non ha esperienza, come nel mio caso. Io ho partecipato ad una riunione dove a dare consigli c’era Orlando Pizzolato, vincitore delle edizioni 1984 e 1985. Tra i vari consigli che ha dato uno è stato proprio quello di godersi l’atmosfera della corsa e di ricambiare i saluti del pubblico, perché quello che succede a New York non succede in nessun’altra maratona.

In serata a Central Park si organizza un “Pasta Party” che si conclude con dei fuochi d’artificio, ma io un po’ distratto dai miei pensieri non ho partecipato e sono andato a riposare. Per fortuna in America il cambio dell’ora Solare/legale avviene con una settimana di ritardo rispetto all’Italia, così abbiamo dormito un’ora in più, e ce n’era veramente bisogno perché la giornata inizia prestissimo. La sveglia è alle ore 4,40 per preparare tutto, ma soprattutto per fare una super colazione, nuovamente a base di pasta per avere un buon “CarboLoading” cioè preparazione dei carboidrati in vista della corsa. nymarathon1.jpg

Alle 5,40 di domenica 4 novembre mattina il ritrovo davanti all’hotel e la partenza col pullman per andare la ponte di Verrazzano. Si passa davanti alla Biblioteca nazionale sulla 5° strada, dove c’è una fila lunghissima di pullman che fanno da navetta gratuita per i corridori. Verso le 7 si arriva all’area pre-partenza e qui inizia una fase fondamentale per la riuscita di tutta la giornata: l’attesa, che dura 3 ore. Questo momento può essere bello e piacevole quando il tempo è abbastanza caldo e sereno come è successo quest’anno, oppure una tragedia quando fa freddo o addirittura nevica come è successo pochi anni fa. Tutti i corridori vengono divisi in tre gruppi a seconda del numero di pettorale, e in ogni area ci sono dei ristori per un’altra colazione, dei servizi igienici, e i camioncini della Ups che porteranno nella zona dell’arrivo le borse dei partecipanti.
Molti si tengono addosso dei vestiti che poi buttano poco prima di partire, ed è bello sapere che poi dei volontari raccoglieranno questi indumenti per darli a chi ne ha bisogno. Come ho scritto, quest’anno il tempo è stato ottimo e così in generale l’umore di tutti è alto!

Poco prima delle 10 ci avviamo verso il ponte e dopo pochi minuti si sente il colpo di cannone che dà il via ufficiale alla Maratona. Attraversare il ponte di Verrazzano è bellissimo! A destra c’è l’Oceano Atlantico ed il sole che splende, sembra quasi una giornata d’estate.
Appena si arriva a Brooklyn esplode la Festa, il pubblico è in delirio, ci sono i bambini che allungano le mani per salutare i corridori, ed io batto un “5” dopo l’altro! Ci sono i ragazzi che suonano nelle rock band, quando si passa vicino alle chiese ci sono i cori che cantano, ci sono persone che offrono di tutto: acqua, frutta, biscotti, fazzoletti… è una meraviglia! I chilometri passano, o dovrei dire le miglia dato che siamo negli U.S.A. (26,2 miglia in totale) e io non mi accorgo della fatica, quando arrivo al cartello dei 10 km guardo il cronometro che segna 52 minuti e sono felice perché non me ne sono accorto!

Lungo le strade spesso ci sono dei gruppi che salutano in generale gli Italiani ed io sono sempre pronto a ricambiare il saluto. Tutto è bello, ma ad un certo punto ci sono dei ragazzi che intrattengono noi corridori con della musica, quando passo io il brano è “Momenti di Gloria”, una musica che mi riempie veramente di gioia, provo una gran soddisfazione, uno di quei momenti così belli che neanche se provi ad organizzarli ti vengono così bene. Durante il percorso all’ingresso di ogni nuovo quartiere troviamo un’accoglienza fantastica e questo è un grande aiuto per continuare a correre. Io mi sento in gran forma e solo verso il 35°km avverto un po’ di stanchezza, ma in quel momento mi tornano in mente le parole di Pizzolato quando diceva che il pubblico è una risorsa di energie. Quindi mi riavvicino al lato della strada e riprendo a salutare le persone e questo mi risolleva un po’. Per fortuna c’è chi offre anche qualcosa da mangiare ed io ne approfitto per recuperare qualche energia.

L’ultimo miglio sembra non finire mai… ma poi il traguardo arriva e finalmente anch’io posso dire di aver corso la Maratona di New York! Non vedo l’ora di fare un bel bagno caldo ma prima anche l’onore vuole la sua parte, perché subito dopo l’arrivo ci sono dei volontari che distribuiscono le medaglie di partecipazione e credo che per tutti, indifferentemente dal tempo finale, sia una gran vittoria! Uno degli organizzatori dice una frase che mi pare di aver capito così: “Uno solo vince la gara, ma tutti gli altri vincono la Maratona!”. Ho poi capito questa frase solo in serata quando mi hanno spiegato che solo una cinquantina di atleti sono i candidati per la vittoria, mentre la stragrande maggioranza dei partecipanti sono amatori come lo sono io.

Per finire credo che il nome di Maratona per questo evento sia riduttivo, sono 42 km e 195 m di festa alla quale sono fiero di aver preso parte. Ringrazio tutti gli organizzatori ed i volontari che hanno reso possibile questo straordinario evento.

Giacomo Bonazzola

Vedi anche:
KENYA: la Maratona di Korogocho
Correndo vivendo (Turin Marathon 2006)
Turin Marathon 2005: Una maratona per 100.000 bambini

 

 

 

 

 

 

 

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