Non si può tenere per sé una buona notizia!

Pubblicato il 10-08-2011

di Redazione Sermig

Racconti e testimonianze dall’incontro con Ernesto Olivero che si è svolto il 22 gennaio a Milano presso il teatro del PIME.

a cura degli amici del Sermig di Milano

 

“Vorremmo ringraziarvi per la serata che ci avete regalato: per la gioia, l'emozione, la preghiera e la fatica che avete donato… È stato bello esserci.”
Questo messaggio di ringraziamento riassume molte delle emozioni che abbiamo provato in questi giorni. La parte più bella è la fine, quel “è stato bello esserci” che vale la fatica, la stanchezza, le prove superate, vale più di ogni altra ricompensa.
PlateaPerché è proprio vero che non si riesce a tenere per sé una buona notizia!
Dall’agosto 2007, data in cui per la prima volta ci siamo incontrati a sognare insieme un Arsenale a Milano, non ci è mai capitato di non crederci. Forse è stata questa fiducia, sempre pacifica e sorprendente, insieme a quella nella bontà e verità delle parole di Ernesto, a farci credere che potevamo riempire un salone da 670 posti. Ed è bello oggi rendersi conto che a Milano abbiamo organizzato un grande incontro grazie a dei cari amici - i missionari del Pime - che ci hanno prestato un salone grande!

Alcuni di noi hanno conosciuto il Sermig proprio grazie a un incontro
come questo. Desideravamo che qualcun altro rimanesse colpito come è successo a noi. Gli inviti personali sono stati la risposta alla domanda: io ci credo a questo incontro? Sì, allora lo propongo, perché è un’occasione. Abbiamo cominciato a telefonare a persone conosciute e sconosciute, provando a immedesimarci e pensare come avremmo voluto ricevere questo invito. Abbiamo telefonato a sacerdoti, giovani, giornalisti, direttori… guardando alla grandezza del messaggio che portavamo e non alle nostre limitate capacità.

PlateaQuando qualcosa andava male, c'era il gruppo con cui condividere la delusione di fronte a certe chiusure o ostacoli, e quando uno di noi si sentiva senza energie c’era la fiducia che l’altro avrebbe fatto del suo meglio. Insieme ci siamo fatti forza quando bisognava lottare contro lo scoraggiamento, la fatica, la disillusione: “Non avrei mai pensato qualche anno fa che avrei incontrato amici così buoni e saggi. E invece esistono! Persone che sanno darsi il buon esempio a vicenda, nella disponibilità e nella fede, incoraggiarsi, affrontare l’imprevisto e allo stesso tempo cercare di avere attenzione alle reciproche necessità; ho provato tanta stima per gli amici di Milano pensando a tutte le telefonate e le persone che hanno contattato”.

Siamo arrivati alla sera dell’incontro felici, perché quella preparazione, anche se non avesse portato risultati concreti, aveva reso migliori le nostre giornate. “Quando pensavo a questo incontro, mi immaginavo di essere all’ingresso a dare il benvenuto alle persone che arrivavano. Ad un certo punto avrei avuto un nodo in gola per la commozione nel veder entrare tante persone. Ed è successo veramente!”.

“Ho avuto la sensazione netta che l'impossibile
diventa possibile se si lavora con sincerità e dicendo solo quello in cui si crede. Il momento più forte è stato all'inizio, quando sono entrato nella sala, mi sono guardato intorno e ho visto che era piena: devo essere sincero... non me l'aspettavo, non me l'aspettavo così!”
“Mi ha colpito l'afflusso, non sembrava così tanto, era tranquillo e regolato, ogni tanto qualche ondata, ma a un certo punto sono entrato in sala ed era piena!”.

Abbiamo cercato di avvolgere l’incontro di preghiera, prima e dopo, abbiamo chiesto preghiera a chi ci poteva aiutare e abbiamo pregato per tutte le persone, quelle che sono venute e quelle che non sono venute.
“Mi veniva il desiderio di pregare il Signore per ciascuno di quei volti. Di ringraziarlo per quella sala piena. Per quell'attenzione. Però, in tutta questa emozione, quel che mi ha colpito davvero è stato vedere riflesso in quei volti come le parole semplici che Ernesto stava pronunciando riuscivano a parlare al cuore di ciascuno di loro, secondo il linguaggio diverso, i bisogni diversi, le sensibilità differenti che ciascuno di quei cuori esprimeva. Come se ciascuna delle persone in sala, in quelle stesse parole che anch'io ascoltavo, sentisse una parola per sé, trovasse risposte, carezze e provocazioni profondamente intime e personali, per il proprio cammino umano. E mi è venuto da pensare allo Spirito, alla Babele al contrario della Pentecoste. Nella voce dello Spirito le anime s'intendono”.

Giovani all'incontroOsservare le persone presenti ci dava la sensazione di essere in famiglia, tra amici conosciuti, invitati uno a uno: “Le telefonate per avere conferma del numero di partecipanti mi hanno permesso di tenere un legame con le persone che sono poi venute, e credo che le abbia fatte sentire attese, accolte, conosciute... e abbia contribuito a realizzare quel calore che ho sentito durante tutta la serata”.

Alcune ci hanno raccontato la loro giornata, come Michela che aveva prenotato un viaggio a Londra per quel giorno e poi…il viaggio è saltato e lei è venuta ad aiutarci sin dal primo pomeriggio. O come Giovanna, che già da due mesi aveva preso con le sue amiche i biglietti per uno spettacolo che coincideva con l'incontro. Arrivate allo spettacolo, hanno aspettato mezz'ora per poi sentirsi dire che l'impianto elettrico era guasto. Così è venuta di corsa all'incontro.

La commozione e la gratitudine hanno raggiunto molti cuori… non senza un po’ di ironia: “Sono molto, molto felice, anche se per me è stata una grande fatica. Ero stravolta dalla stanchezza e la mattina dopo non ho sentito la sveglia, sono corsa al lavoro alle 8 invece che alle 6 e ho preso una sgridata dalla responsabile, però mi ha dato l'occasione di parlare del Sermig anche a lei!!”.
“Ci tenevo a ringraziarvi per aver organizzato questo incontro e per tutto l'impegno e la passione che ci avete messo. Tante volte quando si organizzano questi eventi si pensa di farlo per gli altri.. beh.. ieri sera è servito tanto anche a me e mi ha dato una bella ricaricata (che ogni tanto ci vuole). Grazie! Spero di rivedervi presto”.

Ernesto olivero all'incontro di Milano“Sono uscito con la certezza che l'Arsenale si fa, ma sono uscito anche con la consapevolezza che dipende da me: imparare a dire solo ciò in cui si crede (essere coerenti) è la logica all'interno della quale si muove la Provvidenza. Gli altri ti vedono coerente e quindi ne sono contagiati e ti seguono. Credo sia questa la cosa che devo imparare a fare e che venerdì è emersa con incredibile forza per la mia vita”.

“La prima cosa, la più grande che ci fa essere credibili quando parliamo di Dio è la comunione tra noi, e quindi la prima cosa che mi era chiesto di fare era volere bene a quelli del mio gruppo, anche nella stanchezza, anche nella tensione. Spero ci siano altri incontri come questo e più grandi e molto altro da fare... perché così avrò l'occasione per migliorare, perché la strada si apre camminando, e a volte anche inciampando!”.

a cura degli amici del Sermig di Milano
Uno stralcio dell'intervento di Ernesto Olivero (7')

 

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