NOSTALGIA D’INFINITO

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig

 

Ogni vita donata ha il suo segreto, le sue radici.

Di Ernesto Olivero


Disegno di Giampiero Ferrari La nostalgia dell’Infinito
sta negli occhi
dello smarrito
che hai davanti.
Se lo guardi facendoti guardare
ti guiderà
verso l’Infinito.

L’Infinito è in mezzo a noi, ma non riesce a farsi sentire e molti non lo cercano più. Non sanno neanche che esiste a motivo della corruzione generalizzata intorno a noi, dei vari interessi privati, dei piccoli punti di vista e di potere che cercano di annebbiare tutto. È la tragedia del nostro tempo, è la notte del nostro tempo.

Molti si sono arresi, molti sguazzano in mezzo a questa grande confusione, ma la vita nel buio non è vita, la vita nel male non è vita, la vita nei compromessi non è vita, la vita nel potere che si attorciglia attorno a se stesso non è vita.

Se nell’uomo è rimasto ancora un barlume di luce e di desiderio, è da lì che bisogna partire, da questo piccolo barlume che ha ancora dentro, dalla piccola speranza che ha ancora dentro, per guardare in faccia la realtà.

La realtà è sempre un uomo, una donna, un bambino che ti parlano se non si sentono giudicati, che ti parlano se si sentono capiti. Allora, se scendi da cavallo, se scendi dal tuo potere, dal tuo io, questo bambino, questo uomo ti conducono verso l’Infinito.

Che cos’è l’Infinito? È trattare gli altri in un modo umano, è trattare gli altri senza alzare la voce, è trattare gli altri senza preconcetti, senza pensare: questo mi imbroglia, quell’altro chissà cosa vorrà da me. Per chi riesce a lottare contro il preconcetto che ha dentro, l’Infinito ha spazi immensi.

T’accorgi che stai meglio, che crei comunione, che incominci a tessere un rapporto di amicizia disinteressata; cominci a gustare il cibo, cominci a gustare le tue cinque o sette ore di riposo come la giusta mercede che la vita ti concede. Cominci a pensare che l’altro non è un nemico, che l’altro non è uno che ti vuole imbrogliare.

Incontri l’Infinito e inizi a guardare in alto. Ma per guardare in alto bisogna non aver paura di guardare anche in basso, la tua fragilità, i tuoi errori, il tuo io. Incontri l’Infinito e scopri la bellezza che hai dentro, e non hai paura di riconoscere che prima era imprigionata dall’uomo vecchio. Prima, ora non più. E l’Infinito comincia ad entrare. O meglio cominci a riconoscerlo, lo senti, lo vedi, ti ascolta, ti parla.

E scopri che sei un uomo nuovo.

 

 

 

 

 

 

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