Preghiera e digiuno per la pace

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


Il Papa ha lanciato ancora una volta il suo grido profetico dal balcone che si affaccia su piazza San Pietro, all’Angelus di ieri: “Mai il futuro dell'umanità potrà essere assicurato dal terrorismo e dalla logica della guerra”. E ha indetto per il 5 marzo, mercoledì delle ceneri, inizio della quaresima, una giornata di preghiera e di digiuno per chiedere la pace “specialmente in Medio Oriente”.



L'offensiva del Vaticano per la pace è ora a tutto campo affiancando all'attività diplomatica un forte appello che mobilita le risorse spirituali di oltre 1 miliardo di cattolici in tutto il mondo. L'iniziativa del pontefice si estende ai cristiani di tutte le confessioni, che sono un altro miliardo, e ai fedeli delle altre religioni, facendo appello alla coscienza dei credenti perché con le armi del digiuno e della preghiera tengano alte le speranze della pace.
Se l'invito del Pontefice fosse raccolto dai fedeli delle principali religioni, cristiani, islamici, buddisti…, la metà circa dell'umanità sarebbe coinvolta in una iniziativa per la pace senza precedenti nella storia. D'altra parte il momento è grave, carico di nubi nere per il futuro e non bisogna far mancare la speranza della pace. Nei giorni scorsi la sede pontificia era stata un crocevia di visite importanti per le sorti del conflitto iracheno. Prima Fischer, ministro degli esteri della Germania, poi Tarek Aziz, numero due del regime iracheno. Infine il primo ministro britannico Blair da sempre schierato a fianco dell'alleato americano, determinato quanto Bush nella ricerca di una soluzione armata per risolvere il contenzioso con Saddam.
Blair deve però tener conto di una opinione pubblica e del parere della Chiesa anglicana decisamente contrari alla guerra preventiva. La visita a Baghdad del Card. Etchegaray, inviato speciale del Papa, ha almeno avuto l'effetto di rincuorare le comunità cristiane caldee, portando loro la garanzia della vicinanza non solo spirituale degli altri cattolici, nel tentativo di sollevarle da un pericoloso isolamento. Intanto mentre Bush ribadisce che il tempo è praticamente scaduto Colin Pawel dichiara che se Saddam non disarma la guerra resta l'unica opzione.
Gli Stati Uniti stanno lavorando ad un'altra risoluzione da presentare al consiglio di sicurezza dell'Onu. Questo intenso lavorio diplomatico avrà un peso anche sul NAM, il vertice dei 114 paesi non allineati che si sta svolgendo a Kuala Lampur in Malesia. Si al disarmo, no alla guerra è il tema di un documento unitario al quale stanno lavorando. Sono ben 6 i paesi aderenti al NAM che siedono nel consiglio di sicurezza Onu e tenendo conto del fatto che per bocciare qualsiasi risoluzione sono sufficienti 9 voti, la ricerca di consenso da parte dell'amministrazione americana sarà energica.
In questo momento in cui si verifica un frenetico alternarsi di mosse e contro mosse il monito di Giovanni Paolo II richiama in particolare l'impegno di noi cristiani che "siamo chiamati ad essere come delle sentinelle della pace, nei luoghi in cui viviamo e lavoriamo".
Torino 24 febbraio 2002
Claudio Maria Picco

 

 

 

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