Ragionare conviene

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


C’è chi crea i problemi e chi li risolve. Io da che parte sto?

di Ernesto Olivero


Allo Stato conviene di più permettere l’uso di una dose minima giornaliera di droga o fare prevenzione? Per tanti giovani il consumo di stupefacenti, di alcool e altre forme di sballo è diventato quasi uno status symbol ed ha provocato nel tempo mille e mille tragedie.
Aiutiamo da quindici anni un ragazzo con l’aids conclamata. Le medicine che è costretto a prendere sono costate decine di migliaia di euro. Se fosse stato completamente a carico delle strutture pubbliche, il costo per la società sarebbe stato decisamente più alto. Non era meglio prevenire?

Ci siamo costruiti una società che spesso non sa trovare soluzioni e risposte ai problemi, che non è capace di farsi carico di un problema e farlo diventare un’opportunità per altre persone che vivono situazioni analoghe. La nostra società abbassa costantemente la guardia anziché moltiplicare le energie, usare risorse e intelligenze per il bene di tutti. Dobbiamo sederci intorno ad un tavolo a ragionare, incominciando dai giovani, non solo perché è conveniente aiutarli - sono loro il domani, il futuro della società -, ma soprattutto perché hanno bisogno di essere capiti, di essere amati sul serio.

Un ragazzo di sedici anni che si sballa, che ha già provato tutto nella vita, a venticinque anni sarà indifferente e insensibile a tutto o, peggio, sarà caduto in un baratro senza ritorno.
A me interessa il futuro di questi ragazzi. Come è possibile entrare nel cuore di ragazzi che sono “infognati”, che sono già passati dal sesso alla droga, agli sballi, all’alta velocità delle corse folli; come è possibile trovare con loro una via normale verso una vita che abbia senso? La via che hanno seguito fino ad adesso è anormale, li ha resi infelici, tanti li ha ammazzati.

La società è piena di idee in tutti i campi, da quello filosofico a quello politico, religioso, artistico. Le idee che vogliamo far camminare insieme ai giovani quali sono? Noi partiamo dagli ultimi, ci mettiamo nei loro panni, incominciamo da loro, perché c’è la fame, perché non dobbiamo aspettare che ogni giorno trentamila persone siano sacrificate sull’altare dell’egoismo.

brasil.jpg

Penso che bisognerebbe fare una città a misura d’uomo, una città in cui per esempio tutti i tram, gli autobus, i treni siano attrezzati per far salire i disabili e non credo che ci costerebbe di più. Sono convinto che progettare una città a misura dei non vedenti, delle persone che stentano a camminare, non costa di più, è soltanto la cifra di una giusta attenzione. Costruire una società in cui ogni casa è attrezzata per consentire ai disabili con le carrozzine di accedere al piano in cui abitano, non credo costerebbe di più, è solo il segno che ognuno, che tutti, ci facciamo gli affari degli altri nel modo giusto.

Sono convinto che una società in cui l’uomo è un po’ più amato, un po’ più accettato, in cui può andare a scuola, curarsi, lavorare, vivere in pace e sicurezza, può essere garanzia per un pezzo di futuro migliore, prima di tutto per i nostri giovani. Nello stesso tempo è conveniente.

Una volta, in Brasile sono andato a trovare un uomo ricco e per arrivare da lui ho dovuto superare molte guardie del corpo. Viveva blindato. Mi sono detto: ma questa è vita? Per proteggere un pezzo di vita in cui aveva avuto già tre infarti, era costretto a mantenere un livello di sicurezza così alto. Se avesse investito una parte di quei soldi in sviluppo, in posti di lavoro, magari non sarebbe stato costretto a vivere in quella prigione, dorata, ma pur sempre prigione. Oggi c’è bisogno di qualcuno che allarghi lo sguardo.

 

 

 

 

 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok