R.D. Congo: Appello per la pace

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


L’Arcivescovo di Bukavu, con un messaggio consegnato a Bernard Prevost, ambasciatore di Francia a Kinsahasa, lancia un forte allarme sul rischio di un nuovo conflitto che si potrebbe scatenare nella Repubblica Democratica del Congo e chiama a testimone la comunità internazionale.

a cura della redazione

Eccellenza,
A nome di tutta la popolazione della nostra provincia, la ringraziamo sentitamente per la sua visita in questo particolare momento della storia della nostra Provincia.
Oggi i nostri villaggi e le nostre città sono preda della psicosi della guerra.
Secondo la nostra popolazione ci sono gli estremi per una nuova guerra nel Sud-Kivu.
C’è un movimento d’infiltrazione massiccio e sistematico proveniente dal Rwanda attraverso i posti di frontiera dalla Rivière Ruzizi, da Uvira, da Kaza Roho a Cahi Bukavu. Il Governatore della Provincia, sabato 26 maggio 2007, ha mostrato come prova alla stampa un soggetto del Burundi fortemente coinvolto nel reclutamento finalizzato a una nuova guerra.

La sistemazione delle truppe riproduce lo stesso schema che prevalse prima dello scoppio della guerra da parte della RCD (Unione Congolese per la Democrazia) nel 1998. In effetti la undicesima brigata nella regione di Walungu, dove sono stati perpetrati i massacri di Kaniola (Nella notte tra il 26 e il 27 maggio durante un attacco attribuito a un gruppo di ribelli Hutu ruandesi sono state uccise almeno 18 persone a colpi di arma bianca. Secondo gli abitanti del posto si tratta di una rappresaglia messa in atto dopo le recenti operazioni dell’esercito, appoggiato dai caschi blu dell’Onu, contro i ribelli della zona. Kaniola è un villaggio del territorio del Walungu situato a circa 50 km dalla capitale provinciale Bukavu. Da anni è oggetto di attacchi, sequestri e razzie perpetrati dai ribelli Hutu ruandesi e dai ribelli Rasta, gruppo composito formato da miliziani locali e stranieri), la quattordicesima brigata un po’ più a Nord e la tredicesima nella città di Bukavu sono tutte comandate dagli ufficiali provenienti dall’ex movimento politico-militare del RCD Goma. Anche il vice comandante della decima regione militare, che è incaricato delle operazioni è un vecchio membro di RCD Goma. È un caso o una reale strategia militare?

La campagna mediatica del preteso odio etnico risorge nuovamente nei media.
Il macabro massacro di Kaniola a Walungu, nella notte dal 26 al 27 maggio 2007 ricorda quello di Lemera nel territorio di Uvira prima degli attacchi decisivi della guerra dell’AFDL
(Alleanza delle forze democratiche del Congo, raggruppamento di movimenti ribelli capeggiato da Laurent-Désiré Kabila, che nel 1997 si è autoproclamato Presidente della RDC. Morirà assassinato da una sua guardia del corpo nel 2001). La natura della crudeltà all’arma bianca è contraria alla nostra cultura e richiama i massacri di Kasika e di Makobola.
Il massacro di Kaniola è stato eseguito praticamente in presenza di un Maggiore dell’armata regolare, vicino al comandante dell’undicesima brigata militare. Le grida della popolazione non hanno disturbato il suo sonno mentre i massacri avvenivano, non lontano del luogo dove aveva la base.
Come nel 1996, la nostra armata regolare, nel pieno della ristrutturazione, è incapace di difendere la popolazione,
Come nel 1996, i banyamulenge
(appartengono a un gruppo di lingua rwandese e di etnia tutsi, vivono nel Sud-Kivu) sono strumentalizzati per provocare la guerra e si stanno ritirando, soprattutto le donne e i bambini, secondo alcune testimonianze, verso i paesi vicini e lasciano soli gli uomini sugli altopiani del Sud-Kivu.

Eccellenza, signor Ambasciatore, rimangono alcuni interrogativi: Cosa significa il silenzio delle Istituzioni della Repubblica, in particolare Il Capo dello Stato, il Parlamento, il Governo centrale e l’Alto Comandante militare, davanti ai ripetuti massacri di Kanyola. Sotto altri cieli, per la cattura di un ostaggio, anche di una sola persona, l’apparato dello Stato del suo Paese si mobilita. Da parte del Governo della Repubblica Democratica del Congo, di fronte alla minaccia di una nuova guerra e mentre continuano i massacri della popolazione civile, invece di affrontare il vero problema che è militare e riguarda la sicurezza, ci viene proposta una tavola rotonda “ inter-omunitaria”. Complicità o ignoranza?

Il processo di mescolanza e “mixaggio” negoziato nei paesi vicini: perché e quale risultato ha prodotto per la sicurezza della popolazione civile? Da parte dei nostri governanti esistono degli accordi o dei contratti politico-militari con i nostri aggressori?
Come per le guerre precedenti nel 1996, 1998 e 2004, sono stati inviati al fronte dei militari senza logistica e rifornimenti sufficienti. È per affamarli e scoraggiarli o per consegnarli al nemico?
Gli Interhamwe , i Rasta, e i FDLR
(Forze democratiche di liberazione del Rwanda, composte da ribelli Hutu) responsabili dei massacri parlano tutti inizialmente Kinyarwanda. Sono stati convogliati all’Est della RD Congo dalla Comunità Internazionale dopo il genocidio Rwandese. A quando il ritorno di queste persone trasformate in terroristi nel territorio di accoglienza? È questo il modo di ricompensare il popolo congolese dell’Est per l’ospitalità?

Eccellenza, ecco alcune nostre raccomandazioni: che il nostro Capo di Stato, massicciamente votato in questa Provincia, si assuma le sue responsabilità e invii le truppe scelte che sono necessarie per far fronte alla guerra imminente al Nord e al Sud-Kivu, prima che sia troppo tardi.
Che il governo consideri immediatamente il problema della sicurezza a Est come una priorità e cessi di distrarre l’opinione pubblica con dei piani negoziazione, di dialogo, di tavole rotonde che non avranno un esito positivo. Noi ne abbiamo esperienza.
Che gli eletti dal popolo si mobilitino di più per la vera sicurezza della popolazione.

Che la comunità internazionale fortemente rappresentata in questa Regione non dica che non sapeva. Noi la prendiamo a testimone.
Che la Monuc
(Missione delle Nazioni Unite in Congo), confortata dall’ultima decisione dell’ONU che ne prolunga il mandato fino a dicembre 2007 non si sottragga al suo compito e soprattutto che non venga a patti con il nemico e si impegni a proteggere la popolazione civile in conformità al suo nuovo mandato.
Che la popolazione dell’Est della RD Congo che non ha mai tradito apra gli occhi per davvero come in passato. Il nemico è ancora là.

Noi siamo dei vicini naturali con i Rwandesi, il Burundesi e gli Ugandesi. Noi siamo “condannati” a vivere insieme nella pace e nella concordia in questa Sotto-Regione che Dio ci ha generosamente donato piuttosto che in una guerra senza fine. A cosa ci serviranno nuove guerre che non fanno che impoverire i nostri popoli e creare inutili inimicizie. “Beati gli operatori di pace, saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9). “Mai più la guerra, il mondo ha sete di pace”.

Eccellenza,
Ancora una volta grazie di cuore per la sua visita, che possiate diventare la voce dei senza voce che muoiono ogni giorno nei nostri villaggi. Le nostre condoglianze più commosse alle famiglie provate e che i nostri fratelli uccisi a Kaniola riposino in pace.

Bukavu, 28 maggio 2007
+Mons. François-Xavier MAROY
Arcivescovo di Bukavu

Secondo quanto riferisce il n° 14 del mese di maggio 2007 di Flash Special, rivista della Commissione Diocesana “Giustizia e Pace” dell’Arcidiocesi di Bukavu, nel 2006 sono state accolte nei loro centri 1054 donne violate, alla ricerca di assistenza materiale e sanitaria, con un’età compresa tra i 5 e gli 80 anni. Particolarmente significativa la storia di una di loro, Emérence, di 25 anni, madre di 6 figli, la cui vita è stata “rubata e violata dagli uomini che la guerra del Rwanda del 1994 ha riversato nelle colline e nei villaggi a Est della Repubblica Democratica dl Congo”.
Un gruppo di uomini armati entra in casa sua e dopo aver preteso e ottenuto i pochi soldi disponibli uccide prima il marito e due figli, poi il padre di Emerance accorso in aiuto e infine prima di usarle violenza, bruciano la casa della vicina con lei dentro. Questi uomini, commenta la rivista, non hanno rubato niente e hanno strappato davanti alle vittime il denaro ottenuto: sono venuti per umiliare e stuprare. Di questi fatti non ne parla nessuno se non qualche radio come radio Maria o radio Okapi. La rivista Flash ritiene probabile la tesi secondo la quale questi stupri inflitti ad alcune comunità e ad alcune persone nella zona Est della RD Congo vengano utilizzati come arma di guerra. “La storia di Emerance – continua Flash – è quella delle 1054 donne che noi abbiamo accolto nei nostri centri lungo tutto il 2006. Nel 2007 le cifre anziché diminuire sono in aumento”.

Attualmente, secondo la testimionianza concorde di molte fonti, la zona di Kaniola nel territorio di Walungu è tra quelli che hanno conosciuto i momenti più difficili della loro storia dal 1996 ad oggi. Le fonti indicano che 533 persone sono state uccise, fra queste 141 tra il 1996 e il 2000, e il resto durante gli ultimi 6 anni; una decina di scuole e centri di salute danneggiati; 283 case incendiate dopo il 2003 di cui 104 negli ultimi 2 anni; 34944 mucche e almeno 40.000 capre rubate; 1483 persone sequestrate di cui più di 600 negli ultimi 2 anni e circa 150.000 dollari pagati in riscatti con una media di 1000 dollari a persona. Quasi l’80% degli abitanti di Kaniola ha abbandonato almeno una volta la loro casa a causa dell’insicurezza provocata dai gruppi armati per passare la notte all’aperto, senza alcuna assistenza.

Info:
http://www.monuc.org/Home.aspx?lang=fr
http://www.monuc.org/News.aspx?newsId=14700
http://www.digitalcongo.net/article/44067
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=13140&lan=ita
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=13104&lan=ita

Breve storia RD Congo su Nigrizia :
nigrizia.it

 

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