SANITÀ: “Dall’altra parte”
Pubblicato il 15-09-2011
Sandro Bartoccioni, cardiochirurgo, è uno degli autori del libro che porta questo titolo. Un esempio di sanità buona.
di Marco Maccarelli
Un giorno per caso l’occhio mi cade su un libro: “Dall’altra parte”. Leggo il nome di uno degli autori e sobbalzo: dott. Sandro Bartoccioni. Per me l’incontro con questa persona ha caratterizzato uno degli avvenimenti più importanti della mia vita, senza il quale oggi non sarei qui.
Nel 1994 - avevo solo nove anni - mi era stata diagnosticata una patologia al cuore, che doveva essere risolta in fretta per evitare rischi seri alla mia salute. Subito con la mia famiglia ci mettemmo alla ricerca disperata di qualcuno che ci aiutasse a capire cosa fare, dove e soprattutto chi mi avrebbe operato; si trattava di un intervento a cuore aperto, e non si poteva scegliere chiunque. Incontrammo cardiologi e cardiochirurghi in diverse parti di Italia. Da una parte ci dicevano che non si poteva scegliere chi avrebbe operato; in una struttura privata ci chiedevano Alcune voci ci avevano parlato di un certo Sandro Bartoccioni, rinomato nel campo della cardiochirurgia, che già da tempo operava a Roma al Policlinico Gemelli e a Perugia, la mia città. Decidiamo di prendere appuntamento per dei consigli (lui non operava bambini ma solo adulti). Troviamo una persona con il volto giovane ma professionale. Mamma tira fuori tutta la sua paura e incertezza, e ad un certo punto il dottore dice: “E se lo operassi io?”. Mamma sorpresa replica: “E lei cosa ci guadagna?”. Lui risponde: “Io ci guadagno a non operarlo. Sa che nome mi faccio se il suo bimbo non ce la fa?”. Mamma inizia a rasserenarsi: “Mi va bene se lo opera lei, ma voglio un centro che abbia il massimo Decidiamo la data e il luogo: Roma, 6 giugno, ore 15. Sandro pensa a tutto lui. Nel reparto sono l’unico bambino: scoprii più tardi che il mio era un intervento extra e che Bartoccioni aveva fatto tutto a sue spese per salvarmi la vita! Questo è l’esempio di una sanità che cura, di una sanità che è prima relazione personale che Noi “pazienti” non siamo un “tagliando con un numero progressivo” ma persone “la cui pelle, prima del corpo, è divenuta sottile come carta velina, ridotta così dal dolore”, come ha scritto lo stesso Bartoccioni nella sua lotta infaticabile contro un tumore che lo ha portato alla morte. Marco Maccarelli |