Sarà pace vera… ?

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


Il solito avvelenato clima elettorale ha messo seriamente in discussione la credibilità di tante “promesse di pace”.

di Ernesto Olivero


Sotto elezioni politiche tutti promettono. Votatemi e diminuiremo le tasse, bloccheremo gli evasori, combatteremo la mafia. Votatemi e vi risolveremo i problemi. Ognuno promette, in fondo, la pace. Votate per me e io vi darò la pace!
Ognuno di noi dovrebbe avere un sesto senso per capire se chi ci parla è sincero o meno, se crede veramente nelle cose che sta dicendo. Quando li sentiamo parlare, i candidati ci sembrano tutti convincenti, ci fanno capire che i nemici sono gli altri, mentre solo loro sono i buoni e solo loro risolveranno i problemi di tutti.

Guardiamo con un po’ di ironia questa battaglia che i partiti si sono fatti e capiremo che è vero chi, dicendo “pace a voi!” fa fermare la gente. Anche in chiesa noi diciamo: pace a voi, ma la gente non si ferma, non va più in chiesa e le chiese si svuotano. In questi giorni alcuni episodi di cui sono venuto a conoscenza mi hanno fatto riflettere: noi cosa facciamo perché il “pace a voi” non sia una predica, ma un fatto che rende credibile la nostra testimonianza?

Un povero ragazzo di vent’anni ha cercato di rubare, è arrivata la polizia, se l’è portato via, forse gli faranno un processo perché aveva altre pendenze. A questo ragazzo chi ci penserà? Ci sarà qualcuno che si prende cura di lui o è già chiaro che sarà bandito per tutta la vita?

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Ho visto in anteprima un film che mi ha scosso: “Trade” di Marco Kreuzpaintner, con Kelvin Kleine, il racconto terribile del mercato dei pedofili americani e delle bambine messicane rapite e avviate alla prostituzione. In vendita (“trade”) è una bambina di 13 anni di nome Adriana, vergine, messa all’asta. È un fatto vero! Il film denuncia la tratta di questi nuovi schiavi, da 50 a 100 mila bambini rapiti, portati clandestinamente negli Stati Uniti dalla frontiera col Messico per soddisfare dei porci. Tutti sanno, ma nessuno li cerca. Un amico ben informato mi raccontava che oggi nel mondo ci sono 27 milioni di questi giovani schiavi.

Giorni fa è venuto a trovarci un parroco che ci ha chiesto di aiutarlo a fare catechismo nella sua parrocchia, perché ha ereditato una parrocchia dove i giovani non vanno più, bisogna andarli a cercare fuori. Oltretutto qualcuno lo ha consigliato di non parlare di Gesù, “perché se parli di Gesù i giovani scappano”.

Di fronte a situazioni come queste e alle altre mille e mille ingiustizie e difficoltà, il “pace a voi” che diciamo è credibile, fa fermare la gente? All’Arsenale della Pace incontriamo tante persone in ricerca. Sono tutte, in fondo, affamate di Dio. Emerge da loro la forte esigenza di incontrare persone che quando dicono “pace a voi” siano credibili. E allora la gente si ferma e ascolta. La gente vedendoci deve poter dire: quelli ci credono, quindi sono credibili.

Per fare questo dobbiamo potenziarci su due filoni: la preghiera e la carità. La preghiera e la carità però sono vere nella misura in cui non ci fanno dire “Ho fatto abbastanza” ma: “Sto facendo abbastanza?”. Se dico “pace a voi” in ufficio, sono credibile o i colleghi mi ridono in faccia? La gente - credenti o non credenti - cerca la verità, ma oggi sembra che non cerchi più niente perché è stata troppe volte abbagliata da luci di plastica, da parole vaghe di cui non si fida. Eppure, è solo una scorza; nell’intimo cerca! Facciamo in modo che chi cerca ci possa trovare e chi ci trova possa dire: ho trovato una ragazza, un ragazzo, una donna, un uomo veramente di Dio.

di Ernesto Olivero

 

 

 

 

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