Sempre più elettrodomestico

Pubblicato il 03-12-2012

di Michelangelo Dotta

di Michelangelo Dotta - Se fino a non molti anni fa la televisione, intesa come apparecchio di ricezione e intrattenimento, sembrava incamminata verso una proliferazione costante in un mondo sempre più assetato di immagini e informazioni fruibili su vasta scala e a basso costo, con la nascita dei social network veicolati sui computer attraverso internet, si è in breve tempo ridotta a semplice elettrodomestico al pari degli altri che vivono in casa.

Rispetto al frigorifero e alla lavatrice ha riconosciuta dignità di parola, ma sempre più spesso, come i suoi fratelli più silenziosi, nessuno la ascolta. Come il sibilo del compressore che produce freddo o il ciclico ronzio del cestello che gira avanti e indietro, anche la voce della tv è entrata a far parte dei rumori di fondo della vita domestica tra le quattro mura, sempre più segnata dal drammatico silenzio delle persone che le abitano.

Appoggiata sul tavolino o appesa alla parete, la televisione dei nostri giorni non incute più quel sacro rispetto che l’oggetto di un tempo imponeva con la sua mole massiccia e ingombrante; l’oracolo di famiglia capace di catalizzare l’attenzione di tutti si è trasformato in baby-sitter dei bambini e dei vecchi nonni svuotandosi in gran parte di quei contenuti che, un tempo, legavano insieme le persone, le facevano in qualche modo sentire unite e anche partecipi.

Look sempre più accattivante, suono stereofonico e immagini in alta definizione sembravano in grado di avvicinare la televisione di casa alla seduzione del cinema ma, nonostante le meraviglie messe in campo dalla tecnologia, si è paradossalmente creato il fenomeno opposto. Le sale cinematografiche stanno costantemente riconquistando pubblico e, con l’avvento del 3D, la magia del grande cinema sembra proiettata verso una nuova era di successo.

Dopo un’infiltrazione politica costante e sempre più evidente che ha toccato il culmine nel periodo del berlusconismo, anche l’informazione, caposaldo indiscusso della televisione ufficiale, ha perso terreno e credibilità fino a diventare in alcuni casi non solo di parte, ma voce ed emanazione stessa di un preciso partito.

L’insofferenza dell’utenza verso un mezzo ormai asservito al potere di turno e l’automatica ricerca di un’informazione alternativa capace di fornire letture ed interpretazioni diverse dei fatti, ha spalancato le porte di un inesauribile serbatoio di immagini-documento direttamente registrate dai presenti con il telefonino e immediatamente messe in rete ad uso e consumo globale: un sapore di verità e una testimonianza del reale senza apparenti mediazioni giornalistiche in grado di scardinare e screditare in un brevissimo tempo i più rigidi e sedimentati canoni dell’informazione televisiva. Per tutto il resto la storia di sempre si ripete, e se 17 milioni di italiani si sintonizzano su Sanremo 62esima edizione, bisogna ammettere che, nonostante tutto, c’è ancora molta strada da percorrere.



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