Storie di Natale - Israele

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


Un augurio dalla martoriata Terra Santa...

... Angelica

Negli anni '70, quando avevamo l'età che hanno ora i nostri figli, cantavamo: "We can change the world", cantavamo "La libertà è partecipazione", guardavamo con compassione tutti quelli che "facevano finta di essere sani" e promettevamo a noi stessi che noi no, noi non avremmo fatto gli stessi errori "dei grandi". Noi avremmo continuato a credere, non ci saremmo adattati alle evidenze, non avremmo permesso alla società di condizionarci, avremmo continuato a creare, a batterci per una giustizia vera per tutti, per un benessere sacro per tutti….

Preparavamo mimi, spettacoli e manifesti con la musica di Crosby, Stills, Nash e Young nella pelle, sedevamo lunghe ore accanto a un fuoco a suonare Gaber, De Gregori e Bob Dylan….

Sono passati vent'anni e invece del Viet Nam e la Cambogia ora si parla di Terra Santa, Brasile, Romania, della Georgia, del Sudan… c'e il "Grande fratello", le mode, la minaccia dell'extasis…. Ma molti hanno dimenticato quelle dolci promesse accanto al fuoco da campo, hanno perso quella scintilla negli occhi che prometteva aiuto in qualunque momento, hanno lasciato "solo per un po’" l'attività di gruppo, la partecipazione, la solidarietà, perché c'erano cose "più importanti" da fare: la carriera, soldi abbastanza per comprare una casa, poi una casa più grande, poi un'automobile e poi una più grande e poi qualcosa di più grande ancora…. E certi valori, che a 15, 16, 18 anni sembravano cosi chiari, fondamentali, profondamente radicati nell'anima, sono rimasti nell'ombra, si sono indeboliti, atrofizzati… perché il senso "dell'altro", il rispetto, il dialogo, la convivenza con il diverso sono cose da allenare, da cercare se non si hanno a disposizione, da provare e riprovare. Quando si perde l'allenamento non è facile riabituarsi a stare con gli altri, anche quelli diversi da te, anche quelli più poveri, o più ricchi, di diversa religione, di lingua diversa, con culture e tradizioni diverse.

A 15, 16, 18 anni, specialmente se hai avuto la fortuna di incontrare un adulto che ancora si allena ai valori dei suoi 18 anni e che ancora crede, canta e ascolta e ti insegna, è facile avere quella scintilla negli occhi…. L'impegno è mantenerla quella scintilla, portarla con te e trasmetterla col cuore, con tutto te stesso a chiunque ti passi vicino, anche a 50 anni, anche a 80…. È imparare a non tacere dinnanzi alle ingiustizie, alla violenza, alla prepotenza e alla cattiveria, anche se ti imbatti in qualcuno che cerca di spegnertela con la forza, col sarcasmo, con il disprezzo!

La vera lotta, la vera rivoluzione, il vero dono che puoi fare a te stesso è insegnare al tuo cuore, al tuo spirito questo nuovo tipo di fitness dell'anima. Una persona che va ogni giorno in palestra, che ha un corpo flessuoso da invidiare, che da lontano sembra un 18enne, è senza dubbio attraente…. Ma una persona che ogni giorno si interroga, che fa qualcosa per cambiare la difficile realtà di chi soffre, che può ancora godere di un tramonto sul mare, che sa librarsi in una danza di ringraziamento, che crede che anche un uccellino steso sulla strada stia facendo del suo meglio per salvare l'umanità e continua a crederci fino alla fine della sua vita… avrà lasciato una piccola traccia nel mondo, l'avrà migliorato, seppure solo un po'.

E questo è il mio augurio per tutti i miei ragazzi dell'Arcobaleno e un ringraziamento agli amici del Sermig, agli adulti affinché incontrino più persone possibili per trasmettere quella scintilla e ai ragazzi affinché continuino ad illuminare tutt'intorno di speranza nel loro cammino. Anche quando non avranno più 15,16 o 18 anni!

Angelica Edna Calò Livnè
da Nuovo Progetto dicembre 2004

India
Kenya

 

 

 

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