Tutto dipende da me

Pubblicato il 31-08-2009

di Redazione Sermig


Non nascondiamoci dietro l’alibi che tutto va male; diamoci da fare perché il tempo che abbiamo a disposizione per modificare le cose e dare dei segnali non è infinito.

di Ernesto Olivero


 
Chi vuol crescere ha sempre il cuore e le orecchie attente. A chi vuol crescere basta a volte uno sguardo per capire le cose che non funzionano o la strada che deve percorrere. Chi non vuol crescere, venissero anche cento terremoti, non si smuove di una virgola. Ecco perché la vita poi dà ad ognuno le cose che in fondo ha desiderato. Sta girando su internet un video della BBC con accuse molto gravi su preti pedofili. Come reagirà la gente? Chi ama veramente Dio soffrirà, chi non ricerca la verità approfitterà di questo per dire: sono tutti così.

A me piacerebbe che noi aumentassimo la nostra fedeltà. A me piacerebbe che noi potessimo dare a Gesù che ci chiede: “Volete andar via anche coi?”, la risposta che c’è già nel Vangelo: “Dove andremo? Solo tu hai parole di vita eterna”. Mi piacerebbe che aumentassimo la nostra fedeltà, la nostra sincerità. Oggi chi vuole disimpegnarsi ha soltanto l’imbarazzo della scelta. Ci sono persone che nello stesso tempo occupano più poltrone, con relativi compensi. Oggi il distacco della politica dalla società civile è più evidente che mai: è una crisi generale di sfiducia, si parla con tono accesi dei principeschi stipendi, pensioni e liquidazioni di chi ha fatto della politica un lavoro, gli enormi e scandalosi sprechi. Ci sarebbe da vergognarsi!

Tutto è uno schifo! Ecco la facile battuta, se non proprio convinzione, che diventa un alibi per il disimpegno. Sono convinto che è possibile cambiare un pezzo di mondo, tutto il mondo. Ci credo veramente perché credo al vangelo. L’unica persona di cui mi fido sempre di più è Gesù. In lui voglio avere fiducia, è a lui che ho dato il mio sì, è a lui che ho dato la vita.

Fra vent’anni dove saremo? Noi dobbiamo darci da fare a costruire il presente in base ai doni che ci ha dato il Signore e avere il coraggio di chiederci se li stiamo usando in pieno. Molti ci chiedono chi ci dà i soldi e le risorse per far funzionare i nostri Arsenali o per finanziare le iniziative di solidarietà e di sviluppo in varie parti del mondo. Rispondo che non abbiamo banche o fondazioni che ci aiutano, se non minimamente. In una società così indifferente e inconcludente, se vogliamo che la gente continui ad aiutarci, dobbiamo fare in modo che tutto quello che facciamo, lo facciamo pensando che dipende esclusivamente da noi.

Se c’è una luce da spegnere, la spengo; se devo consumare meno e non sprecare, lo faccio; se devo mettere il mio tempo, la mia creatività, la mia professionalità, le mie risorse a servizio dei miseri, della giustizia, della pace, lo faccio. Dobbiamo fare in modo che le migliaia e migliaia di persone che aiutiamo quotidianamente possano essere aiutate perché sto facendo tutto il possibile, e non mi blocco perché quello vicino a me tradisce o imbroglia. Non mi interessa, devo fare tutto il mio possibile.

Il Sermig avrà sempre una caratteristica speciale, quella di essere quotidianamente sommersi dai problemi della gente; ma, nella misura in cui i problemi e preghiere si incrociano, emerge una vera umanità capace di dare risposte, capace di “farsi i fatti degli altri”.

Posso impegnarmi per cambiare il mondo perché ho dato la mia vita esclusivamente a Dio. Certamente soffro per gli scandali e mi piacerebbe – finalmente! – che la Chiesa intera si comportasse come quel vescovo che, venuto a conoscenza che un suo sacerdote si era comportato male, fece affiggere un manifesto in cui chiedeva perdono per il male che era stato fatto e si diceva pronto a pagarne personalmente le conseguenze. È così che i gravi scandali possono diventare motivo di riconciliazione.

di Ernesto Olivero

 

 

 

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