Vaccini

Pubblicato il 01-07-2021

di Michelangelo Dotta

In televisione non si parla d'altro da troppo tempo ma finalmente, dopo un'attesa che ci è sembrata eterna, ma in realtà mai conquista scientifica fu più veloce, accanto alla minaccia del virus, a rubare la scena, finalmente è comparso l'antidoto.

Gelido, asettico, trasparente, immerso in un'atmosfera polare a -80°, il primo vaccino si è palesato al mondo sotto forma di migliaia, milioni di boccettine inscatolate tra i fumi del freddo e pronte a raggiungere la prima fetta di umanità. Con una mossa intelligente e forse per la prima volta totalmente condivisa, l'Europa ha stabilito una data unica per dare inizio alla somministrazione in contemporanea nei 27 Paesi del'Unione; quell'ormai fatidico 27 dicembre 2020 passerà forse alla storia come l'inizio ufficiale del conto alla rovescia per debellare la pandemia, una data che sembrava un miraggio, un orizzonte lontano che finalmente riusciamo a mettere a fuoco, ufficialmente definito e vicino.

Considerate le mutazioni del virus, la sua aumentata capacità di contagio e i comportamenti sconsiderati di tante persone, la vaccinazione, ad oggi, si rivela l'unica soluzione praticabile per prima arginare e poi sconfiggere l'epidemia, anche se l'impegno e lo sforzo che richiederà nel tempo non hanno eguali nella storia del pianeta.

Naturalmente anche questa conquista scientifica, come tutte le cose, anche quelle buone, renderà ulteriormente pesante ed evidente il divario sociale che governa il mondo. I primi immunizzati saranno i Paesi ricchi che, come sempre, si troveranno anche a decidere le sorti di quelli più poveri che difficilmente saranno in grado acquistare e inoculare le dosi necessarie a immunizzare la popolazione senza l'ausilio esterno.

E fin qui siamo ad una rilettura del collaudato copione, l'Occidente ricco che decide chi salvare e chi abbandonare al proprio destino ma, se si scava un po' più a fondo, possiamo nettamente mettere a fuoco un paradosso che la diffusione dell'epidemia mette in campo: è veramente utile lasciare in mano alla pandemia per anni una cospicua fetta di mondo che, sotto forma di migranti, profughi, clandestini e manodopera a basso costo si riverserà nel nostro tessuto sociale continuando ad alimentare focolai del virus con le conseguenze che ben conosciamo?

Potremmo dunque pensare che non per umanità, ma per puro interesse, il mondo benestante, come certi antichi mecenati, si trovi presto a scendere in campo a fianco degli ultimi, accorgendosi forse, per una volta, che fare il bene, a prescindere dalla motivazione, aiuta chi lo riceve, ma soprattutto chi lo fa.

PS. Con il plus-guadagno dei 1.000 plurimiliardari del globo realizzato con la pandemia nel 2020, all'incirca 570 miliardi, si potrebbe coprire l'intero costo della vaccinazione di tutta l'umanità.


Michelangelo Dotta
NP marzo 2021

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