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Renzo Agasso                                                      Gian Mario Ricciardi
           PEOPLE                                                            TODAY






                                      gpo.gov  è asciugato tanto tempo fa, noi non   CAMMINI
                                          dimentichiamo e non perdoniamo.
                                                                           DI SPERANZA
                                          Gli occhi impauriti dei fratelli che
                                          lasciarono il mondo dei vivi senza
                                          sapere perché, i loro sguardi furtivi    opo il Covid, sia pure tra bur-
                                          che cercavano una salvezza desti-        rasche di delusioni, ecco il
                                          nata a non venire, le loro grida, le     primo autunno-inverno con
                                          loro lacrime e il loro pianto soffo-     tanti cammini di speranza,
                                          cato ci risuonano ancora nelle orec-  Dnonostante i nuovi orrori
                                          chie. Tutti i nostri annali, dall’alba   dell’odio  in  Medioriente,  un’economia
                                          dei nostri giorni all’eternità, svani-  fragilissima, tante paure che s’aggiungo-
                                          scono davanti all’ombra del più or-  no a quelle vecchie, una scala di valori
                                          rendo crimine della storia.      sempre più insidiata dal relativismo,
                                          Ovunque andiamo in Israele, la   una grande ricerca del pianeta sano,
                                          memoria dell’Olocausto, con il do-  una minor sete di Dio. Ma anche, forse,
           VITTIME                        lore che ci ha causato e le lezioni   il ritorno di una forte voglia di andare
                                          che ci ha insegnato, cammina con
                                                                           oltre le apparenze e un recupero inizia-
                                          noi. Non ci siamo spezzati. Nono-  to di profonda interiorità, cioè un’anima
               itzhak Rabin (1922-1995),   stante la condizione inerme di chi   rinnovata dopo anni di desertificazione.
               generale e primo ministro   fu qui, nonostante la nera dispera-
           Ydi Israele, premio Nobel      zione e la marcia verso i luoghi del-  La sanità non ha avuto i tagli ma 5
           per la pace, visitando Auschwitz   la morte – la forca, le camere a gas e   miliardi in manovra che, ovviamente,
           il 20 aprile 1993, pronunciò que-  gli inceneritori – la nazione di Isra-  riusciranno o non riusciranno a cancel-
           ste parole:                    ele vive! Siamo sorti dalle ceneri   lare le liste d’attesa e gli interventi rinvia-
                                          delle vittime e abbiamo creato una   ti non sono polvere. È una goccia, ma è
           «Ogni pugno di terra, in que-  nazione, uno stato ricco di qualità   qualcosa al di là delle cocenti mistifica-
           sto luogo maledetto, è inzup-  morali, culturali e intellettuali, e   zioni che leggiamo ogni giorno come se
           pato del sangue delle vitti-   dotato di potenza militare. Oggi,   fossimo senza occhi e privi di orecchie.
           me. Ognuna delle baracche  ora   a cinquant’anni di distanza, abbia-
           silenziose di questo terribile campo   mo abbastanza forza e abbastanza   I trasporti purtroppo costano di più
           ha udito le grida dei torturati. Ogni   risorse spirituali da affrontare gli   anche se le promesse parlano di mezzi
           parete divisoria, qui, è un muro del   imperativi del tempo, da respinge-  nuovi sia su gomma che su rotaia. Ve-
           pianto. Ogni filo spinato arruggini-  re i nemici, da costruire una casa e   dremo!
           to di questa città di morte reca tra   da concedere asilo ai perseguitati. E
           gli aculei i corpi esangui dei nostri   abbiamo abbastanza forza e abba-  Gli effetti della guerra in Ucrai-
           fratelli, e il vento, qui, porterà sem-  stanza spirito da sconfiggere chiun-  na diminuiscono, crescono invece quel-
           pre sulle sue ali il fumo dei forni.   que voglia il male, e da tendere la   li dal Medioriente in fiamme. Tuttavia
           Davanti alla fame, all’isolamento,   mano ai nostri nemici in segno di   gli sforzi di pace si moltiplicano come
           all’umiliazione, al freddo e alle tor-  pace».                  le preghiere. La folla all’Arsenale della
           ture, chi si sarebbe potuto compor-                             pace qualche settimana fa, parla da sola.
           tare diversamente? Non andarono   Yitzhak Rabin cadrà ucciso
           al macello come agnelli. Qui andò   da un fanatico ebreo nemico   L’inflazione frena ma resta alta e
           alla morte una nazione abbandona-  della pace. Dopo altri trent’an-  colpisce come sempre i più poveri.
           ta, un popolo lasciato a se stesso.  ni, siamo ancora ad Auschwitz.
           Sono passati cinquant’anni, e le   Non abbiamo imparato nulla. La   L’economia rallenta ma prima (di-
           urla ci lacerano ancora i timpani.   terra di Gesù sempre “inzuppata   ciamola tutta!) era drogata dal super-
           Anche se il pozzo delle lacrime si   del sangue delle vittime”. ◾  bonus.

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