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Corrado Avagnina
           QUARTA PAGINA


           RIPENSIAMOCI                     nostra Europa, per esempio, sono spa-  inquietante. L’odio rovescia e intossica
                                            rite le news sull’esilio forzato di oltre
                                                                             i valori della dignità di cui ciascuno è
                                            centomila abitanti del Nagorno Kara-  rivestito. L’odio non lascia riconoscere
                                            bakh, di origine armena, che sono stati   l’altro come compagno di strada, come
                 ono giorni pesanti quelli che   costretti a lasciare tutto, senza scampo,   fratello in umanità. L’odio impedisce e
                 stiamo  attraversando.  Crepi-  per un  domani di  incognite pauro-  blocca una lingua comune, quella per
                 tano le armi. Rialza il tiro il   se. Senza scordare chi è alla mercè di   cui ci si capisce e ci si rispetta. Pur-
                 terrorismo. Riesplodono bar-  trafficanti e mafie, nelle traversate del   troppo l’odio esibito e praticato va in
          Sbarie assortite e terribili. Si   deserto sub-sahariano e nel tentativo   cerca di ribalte per imporsi senza ri-
           moltiplicano le vittime. Si calpestano   di varcare il mare: questi volti in una   tegno come micidiale codice relazio-
           le persone. Si aggrediscono gli iner-  certa opinione pubblica che va per la   nale… Così, di questi tempi, si spetta-
           mi. Dilagano violenze. Crollano case   maggiore sembra non contino perché   colarizza la violenza, lasciando basiti e
           sotto bombe e missili. Si mortificano   ridotti a numero o a fenomeno di cui   sconcertati. Ci vuole una svolta. L’ha
           e si umiliano gli sfollati. La gente non   discutere (senza farsene carico).      indicata con parole chiare il sociologo
           sa più dove scappare o rifugiarsi. Tor-                           Mauro Magatti sulle pagine di Avveni-
           nano prassi devastanti come gli assedi.   Ma su tutto incombe un alone   re: «Serve un’altra idea di mondo che
           Si bloccano gli aiuti. Si colpiscono gli   nero:  l’odio  che  alimenta  l’insulto,   non sia quella che oggi si fa strada da
           ospedali. Muoiono uccisi i bambini…   la vendetta, l’irrazionalità. Oggi pur-  tutte le parti, e cioè che le controversie
                                            troppo l’odio trova sempre più rami-  possono essere risolte dallo scontro
           Per questo buio angosciante      ficata cittadinanza. E dilaga la tenta-  armato. È questo che vogliono i terro-
           si fatica a trovare il bandolo   zione di farsi prendere dal male, più o   risti e i dittatori, da sempre: trascinare
           della verità delle cose, E ci sono   meno assoluto, più o meno esibito, più   con i loro disegni criminali il mondo
           ancora altre zone d’ombra in cui le tra-  o meno distruttivo. L’odio poi prende   intero nella spirale bellica». Già, e se si
           gedie si consumano senza che ci sia-  colori cupi come quelli del razzismo,   riprendesse, allora, in mano la Fratelli
           no riflettori a evidenziarne la gravità   della  discriminazione,  dell’intolle-  tutti di papa Francesco per ripensar-
           estrema. Nel quadrante allargato ora   ranza. L’odio stravolge la religione, la   si completamente daccapo nel segno
           delle crisi in atto, non lontano dalla   estremizza su sponde di disumanità   della comune umanità?◾


             CANE DENTRO, CANE FUORI
                                                                                 Andrea Go
                Come accennato il mese scorso, sono da poco possessore di un
             cane. Prima di cedere alla domanda pressante di tutta la famiglia, mi   ORZATA CON LATTE
             sono permesso di stilare un piccolo contratto informale in 4 punti.
                Punto 1: sia chiaro che il cane è un cane e non è un essere umano. Punto 2: sia chiaro che sarete voi a racco-
             gliere qualsiasi cosa esca dal corpo della bestiola. Punto 3: voi vi occuperete di dargli da mangiare. E, soprattutto,
             punto 4: il cane, in quanto animale e non essere umano, non dovrà mai entrare in casa.
                Tutti d’accordo? Sì. Contratto firmato. Il mese seguente dall’arrivo della bestiola decido malauguratamente di
             accompagnare mia moglie dal veterinario. Sono presenti in sala la veterinaria (che saluto) e un’addestratrice di cani
             lì di passaggio. Una volta entrati, mia moglie fa una domanda un po’ ambigua alle due: «Secondo voi è meglio che il
             cane stia in casa o fuori?».  Tra me penso, ma che domanda è? Siamo qui per fare il vaccino, conosciamo già tutti la
             risposta: il cane sta fuori! E se poi passiamo dall’estetista a chiedere se mi vede meglio con i peli sulla schiena o sen-
             za… La veterinaria (che risaluto) emette il suo verdetto: «Ma vuoi mica privarti del piacere di avere questa creatura
             davanti al camino?». Al che l’addestratrice mi scruta come per cogliere in me un qualsiasi genere di reazione e/o
             vedere se anche io fossi uno di quegli orribili cinofobi di cui si parla. Io provo a dire: «Veramente siamo qui per fare
             il vaccino, non per decidere se il mio cane sta dentro o fuori». L’addestratrice mi guarda come se fossi la persona
             più orribile del pianeta e sbotta: «Per tenerlo fuori, un cane così potevate non prenderlo». Caspita, in quattro e quat-
             tr’otto siamo già quasi arrivati alle mani. Vorrei dirle che, se vuole, le faccio avere una copia del contratto, ma evito.
                Morale della favola: ora il cane è in casa perché io sono il maschio alfa e su questo non si discute... e come
             diceva mio nonno: «Non chiedere mai al macellaio se ha delle zucchine».◾



           4          NUOVOPROGETTO NOVEMBRE 2023
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