Ricordo di p. Mario Nascimbeni

Pubblicato il 11-03-2013

di Redazione Sermig

Erano passati pochi giorni da quando eravamo entrati per la prima volta all’Arsenale Militare di Torino per trasformarlo in Arsenale della Pace. Padre Mario Nascimbeni, carmelitano dal barbone immenso, appassionato uomo di Dio che già da tanti anni ci aveva introdotto alla spiritualità della Parola, ci disse che oramai eravamo in vetrina e che la gente si aspettava che avremmo fatto quello che dicevamo a parole. Noi dicevamo che i cristiani devono essere 24 ore su 24 disponibili e le chiese aperte 24 ore su 24. Ernesto Olivero sottolinea spesso che da quel momento abbiamo preso sul serio la “provocazione” di quell’uomo e sacerdote buono, che leggevamo come un’indicazione che Dio ci dava attraverso un amico che ci stimava.

Ora che è tornato alla casa del Padre, lo ricordiamo attraverso un pensiero sulla fede che ci aveva lasciato nel 1991. Riferendosi a 1Cor 1,21-23 (Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i giudei chiedono i miracoli e i greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani) ci aveva detto che lo scoglio più radicale per il pensiero umano sta nel fatto che Dio si trovi in un condannato a morte. Per Paolo “non ha conosciuto” non indica soltanto il conoscere intellettuale, vuol dire che non è entrato in comunione con Dio. E la stoltezza della predicazione era l’annuncio della morte di Cristo, la sua risurrezione. E nella cosa più stolta, lo Spirito agiva, lo Spirito faceva sentire che quell’annuncio stolto era vero. Allora non è più la convinzione delle parole, ma dietro queste c’è la forza di Dio che si rivestiva di quelle parole così deboli, così fragili e così stolte, umanamente parlando. Ancora oggi non abbiamo il coraggio di un annuncio di fede così forte; molte volte cerchiamo le mediazioni, e le consideriamo necessarie; però dovremmo capire che la potenza di Dio va aldilà di tutte le nostre mediazioni.

a cura della redazione di NP

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