Rai uno: Ernesto presenta il libro di Van Thuan

Pubblicato il 01-09-2013

di Redazione Sermig

Domenica 1 settembre alla trasmissione di RAI Uno "A sua immagine", Ernesto Olivero è stato invitato a presentare il libro del Cardinal François Nguyen Van Thuan, “Cinque pani e due pesci”. In questo libro, Van Thuan racconta la sua esperienza di vita alla sequela di Gesù. Come il ragazzino del Vangelo, scelse di offrire a Cristo tutto ciò che aveva: i cinque pani e i due pesci del suo amore e della sua fedeltà, provati dalla croce di un durissimo carcere vietnamita.
Di seguito, il video della trasmissione e un breve riassunto del libro.


François-Xavier Nguyen Van Thuan, vescovo a Nhatrang dal 1967 al 1975, arcivescovo coadiutore a Saigon dal 1975, fu arrestato a Saigon il 15 agosto 1975 e detenuto nelle carceri di: Saigon, Nhatrang, Saigon, Haipong (dicembre 1976), Vinh Phu (dicembre 1976), Hanoi (1977-1988).
È stato liberato il 21 novembre 1988.
Morì il 16 settembre 2002 all'età di 74 anni.
È in corso il processo di beatificazione.


“Cinque pani e due pesci”

di François Nguyen Van Thuan

PREFAZIONE
Carissimi giovani, contemplare un bellissimo panorama, le colline verdi e il mare azzurro con le onde bianche, mi fa pensare a Gesù in mezzo alla moltitudine. Guardandovi in faccia, con gli occhi di Gesù, vi dico con tutto il mio cuore: «Giovani, vi amo! I love you!». Voglio ispirarmi al Vangelo di san Giovanni, capitolo 6, per parlarvi oggi. Alzatevi, ascoltate la parola di Gesù: «Gesù, alzati gli occhi e vista molta gente venire a sé, dice a Filippo: "Da dove potremo comperare pane per sfamare costoro?". Questo lo diceva per metterlo alla prova; egli infatti ben sapeva quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non bastano per dame un pezzetto a ciascuno". Gli dice uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simone Pietro: "C'è qui un ragazzetto che ha cinque pani d'orzo e due pesci. Ma che cos'è questo per così tanta gente?". Disse Gesù: "Fateli sedere!". L'erba in quel luogo era abbondante. Si sedettero dunque gli uomini, all'incirca cinquemila. Gesù prese allora i pani e, rese grazie, li distribuì a coloro che erano seduti; ugualmente fece dei pesci, quanti ne vollero» (Gv 6,5-11)
Nel cammino verso il Giubileo del 2000, cerchiamo chi è Gesù, perché lo amiamo, come lasciarci amare da Gesù, fino a seguirlo nel radicalismo delle nostre scelte, senza pensare alla lunghezza del percorso, alla stanchezza della marcia sotto il sole d'estate, alla lontananza di ogni conforto? Il Santo Padre ha scritto: «In comunione con tutto il popolo di Dio che cammina verso il grande Giubileo dell'anno 2000, vorrei invitarvi quest' anno a fissare lo sguardo su Gesù, Maestro e Signore della nostra vita, mediante le parole registrate nel vangelo di Giovanni: "Maestro, dove abiti?" "Venite e vedrete" (Gv 1,38-39)» (Messaggio per la XII giornata mondiale della Gioventù, 1997). Come giovane, prete, vescovo, ho già percorso una parte del cammino, a volte nella gioia, a volte nella sofferenza, in prigione, ma sempre portando in cuore una speranza traboccante. Ero imbarazzato quando mi è stato chiesto di raccontare la mia esperienza della sequela di Gesù. Non è bello parlare di se stessi. Ma ricordo che, in un suo scritto, il compianto cardinale Suenens ha chiesto alla mistica irlandese Veronica O’ Brien: «Lei mi lascia parlare della sua vita solo oggi, perché prima non l'ha accettato? ». «Perché adesso capisco che la mia vita non appartiene a me, ma tutta a Dio; Dio può disporne come vuole per il bene delle anime ». Giovanni Paolo II ha condensato bene questo pensiero nel titolo della sua autobiografia: Dono e mistero, come Maria lo ha fatto nel Magnificat. Allora, carissimi giovani, faccio come nel brano del Vangelo, dove Gesù offre cinque pani e due pesci: è niente davanti a una folla di migliaia di persone, ma è tutto suo, e Gesù fa anche tutto, è dono e mistero. Come il ragazzo del brano evangelico, riassumo la mia esperienza in sette punti: 5 pani e 2 pesci. E niente, ma è tutto ciò che ho. Gesù farà il resto. Più volte soffro interiormente perché i mass media vogliono farmi raccontare cose sensazionali, accusare, denunciare, eccitare la lotta, la vendetta... Questo non è il mio scopo. Il mio più grande desiderio è di trasmettervi il mio messaggio dell'Amore, nella serenità e nella verità, nel perdono e nella riconciliazione. Voglio condividervi le mie esperienze: come ho incontrato Gesù in ogni momento della mia esistenza quotidiana, nel discernimento tra Dio e le opere di Dio, nella preghiera, nell' eucaristia, nei miei fratelli e nelle mie sorelle, nella Vergine Maria, guida del mio cammino. Insieme a voi voglio gridare: «Viviamo il testamento di Gesù! Varchiamo la soglia della speranza!».

Roma, 2 febbraio 1997
Festa della Purificazione di Maria


Primo pane : Vivere il momento presente
Io non aspetterò, vivo il momento presente colmandolo di amore. Gli apostoli avrebbero voluto scegliere la via facile: “Signore, lascia andare la folla, così che possa procurarsi il cibo…” Ma Gesù vuole agire nel momento presente: “Date loro da mangiare voi stessi”.
Sulla croce, quando il ladrone gli ha detto: “Gesù ricordati di me quando verrai nel tuo regno”, egli gli ha risposto: “Oggi sarai con me in paradiso” (Lc 23, 42-43). Nella parola “oggi” sentiamo tutto il perdono, tutto l’amore di Gesù.
La vita è imparare ad amare, non importa il numero di azioni che facciamo, ma l’intensità di amore che mettiamo in ogni azione. Che il momento più bello della nostra vita sia il momento presente (Mt 6, 34)

Secondo pane: discernere tra Dio e le opere di Dio
Una notte, dal profondo del mio cuore ho sentito una voce che mi suggeriva: perché ti tormenti così, tu devi distinguere tra Dio e le opere di Dio. Tutto ciò che tu hai compiuto e desideri continuare a fare sono opere eccellenti, ma sono opere di Dio, non sono Dio! Se Dio vuole che tu abbandoni tutte queste opere mettendole nelle sue mani fallo subito, e abbi fiducia in lui. Dio lo farà infinitamente meglio di te; lui affiderà le sue opere ad altri che sono molto più capaci di te. Tu hai scelto Dio solo, non le sue opere!
Avevo sempre imparato a fare la volontà di Dio. Ma questa luce mi porta una forza nuova, che cambia totalmente il mio modo di pensare, e che mi aiuta a superare momenti fisicamente quasi impossibili. “Scegli Dio e non le opere di Dio”, mi ripetevo sempre.
Il ragazzino del Vangelo ha fatto questa scelta offrendo tutto: 5 pani e 2 pesci nelle mani di Gesù, con fiducia. Gesù ha fatto “le opere di Dio” dando da mangiare a cinquemila uomini più donne e bambini.

Terzo pane: un punto fermo, la preghiera
Nel Vangelo che stiamo meditando, prima di compiere il miracolo, prima di nutrire la gente affamata Gesù ha pregato. Gesù vuole insegnarmi che prima del lavoro sociale, pastorale, caritativo, bisogna pregare.
Giovanni Paolo II ci dice: “Conversate con Gesù nella preghiera e nell’ascolto della Parola; gustate la gioia della riconciliazione nel sacramento della penitenza; ricevete il Corpo e il Sangue di Gesù nell’Eucarestia… scoprite la verità su voi stessi, l’unità interiore e troverete il “Tu” che guarisce dalle angosce, dagli incubi, da quel soggettivismo selvaggio che non dà la pace” (Giornata mondiale della Gioventù 1997)

Quarto pane: la mia sola forza, l’Eucarestia

Ho trascorso 9 anni in isolamento. Durante questo periodo celebrai la Messa ogni giorno verso le 3 del pomeriggio, l’ora di Gesù agonizzante sulla croce. Ero solo, potevo cantare la mia Messa come volevo. Portavo sempre con me il sacchettino che contiene il Santissimo Sacramento: “Tu in me ed io in Te”.
Sono state le più belle Messe della mia vita.
La sera dalle 21 alle22 facevo un’ora di adorazione.
Nell’Eucarestia annunciamo la morte di Gesù e proclamiamo la sua Risurrezione. Vi sono momenti di tristezza infinita, come faccio? Guardare a Gesù crocifisso e abbandonato sulla croce. Agli occhi umani la vita di Gesù è fallita, inutile, frustrata, ma agli occhi di Dio sulla croce Gesù ha compiuto l’azione più importante della sua vita, perché ha versato il suo sangue per salvare il mondo. Quanto Gesù è unito a Dio quando sulla croce non può più predicare, curare gli infermi, visitare la gente, fare miracoli, ma rimane nell’immobilità assoluta dell’amore!

Quinto pane: amare fino all’unità, il testamento di Gesù
Nel Vangelo Gesù vedendo la folla che l’ha seguito per tre giorni ha detto: “Sento compassione di questa folla” (Mt 15, 32), “sono come pecore senza pastore” (Mc 6, 34). Nei momenti più drammatici in prigione quando ero quasi sfinito, senza forza per pregare né di meditare, ho cercato un modo per riassumere l’essenziale della mia preghiera, del messaggio di Gesù, ed ho usato questa frase: “Vivo il testamento di Gesù”. Cioè amare gli altri come Gesù mi ha amato nel perdono, nella misericordia, fino all’unità, come egli ha pregato: “Che tutti siano uno come tu, Padre, in me ed io in te” (Gv 17, 21).
Ho pregato spesso: “Vivo il testamento d’amore di Gesù”. Voglio essere il ragazzo che ha offerto tutto ciò che aveva. E’ niente, 5 pani e 2 pesci, ma è “tutto” ciò che aveva, per essere strumento dell’amore di Gesù.

Primo pesce: Maria Immacolata, il mio primo amore
Maria vive completamente per Gesù. La sua missione fu di condividere la sua opera di redenzione. Tutta la sua gloria viene da Lui. Cioè, la mia vita non varrà nulla se mi separo da Gesù. Maria non si preoccupava solo di Gesù, ma mostrò la sua premura anche per Elisabetta, per Giovanni e per gli sposi di Cana.
Prima correvo da Maria, Madre del perpetuo soccorso; adesso ascolto Maria che mi dice: “Fate tutto ciò che vi dirà Gesù” (Gv 2,5) e spesso domando a Maria: che cosa posso fare per te? La vita di Maria si può riassumere in tre frasi:
“Ecco l’ancella del Signore” (Lc 1, 38)
“Si faccia di me secondo la tua parola” (Lc 1, 38)
“L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1, 46)

Secondo pesce: ho scelto Gesù

“Un messaggio che voi, giovani d’oggi, siete chiamati ad accogliere e a gridare ai vostri coetanei: L’uomo è amato da Dio, l’uomo è amato da Dio! E’ questo il semplicissimo e sconvolgente annuncio del quale la Chiesa è debitrice all’uomo” (Giornata mondiale della Gioventù 1997).
Se viviamo 24 ore su 24 radicalmente per Gesù saremo santi. Sono 24 stelle che illuminano il nostro cammino della speranza.

altri contributi:
Il cardinale martire
L’insegnamento di Xavier Van Thuan

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