Ricordo di un lontano giorno di maggio

Pubblicato il 25-05-2015

di Redazione Sermig

24 maggio 1915 - 24 maggio 2015: 100 anni dall'entrata in guerra dell'Italia. Una testimonianza di chi la guerra l'ha vissuta in prima persona.

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Molti ricordi affiorano a distanza di tanti anni su episodi che sembrano banali ma che banali non sono, perché la vita non è mai banalità.
Quel mattino del mese di maggio 1941, a guerra inoltrata, il cielo era radioso dopo una brutta notte causa un massiccio bombardamento aereo.
E quel mattino trainavo un carretto contenente materiale meccanico messo a punto nella nostra officina.
Il mio apprendistato di ragazzo 15enne alternava lavori in officina al faticoso traino di un carretto, a portare e ritirare materiale presso i nostri committenti.



Questa volta il punto di arrivo era l’Arsenale di Torino. Appena vi giunsi mi recai nell’apposito reparto per la consegna del materiale; approfittando del tempo d’attesa del nuovo carico da portare all’officina per la relativa lavorazione, mi avviai verso la Dora attratto dal suono di fisarmonica. Su una panca di legno sotto una leggera alberata sedevano due uomini anziani, il volto del suonatore della fisarmonica era rosso e pacioso e i suoi occhi si aprivano e si chiudevano come per meglio accompagnare il dolce suono dello strumento. Accortosi che lo stavo osservano smise di suonare, mi fissò benevolmente, poi mi disse: “Vedo che ti piace la musica, ero un ragazzino come te quando mio padre regalò al suo Battista la prima fisarmonica. Da allora questo strumento fa parte della mia vita; in poco tempo io e la tastiera diventammo amiconi. Abito nelle vicinanze e qualche volta mi piace suonare sulle panche dei giardinetti e ho piacere che la gente gradisca. Qualcuno crede che lo faccia per l’elemosina ma io li dissuado. Oggi mi sono portato appresso il mio amico Maurizio e cerco di suonare motivi melodici quasi a voler esorcizzare quei carichi di armi che portano la morte a tanti infelici”. Infatti nel piazzale dell’Arsenale il via vai di autocarri era notevole.

“Anche i giovanissimi come te” – riprese Battista – devono sapere certe cose. Io ho preso parte alla I Guerra Mondiale e di morti ne ho visti a migliaia, motivo per cui detesto profondamente la guerra”. Il volto del suo amico Maurizio esprimeva tristezza, non solo: cercava di trattenere le lacrime che sempre più copiose gli rigavano le guance. Battista, anch’egli commosso, mi disse che Maurizio aveva ricevuto da poco la notizia che il suo unico figlio era caduto sul fronte greco. E aggiunse: “Anche per il suo povero figliuolo un qualche Arsenale ha fabbricato l’arma micidiale che gli ha tolto la vita”.

E tutto questo avveniva quando il futuro fondatore del Sermig era appena agli albori della vita… Battista e Maurizio per motivi anagrafici non hanno assistito al miracoloso evento. Su di un muro del Sermig si legge: “L’amore è disarmante”. Battista avrebbe commentato: “Sfido io, è riuscito a disarmare pure l’Arsenale”.

Giuseppe Segalini – classe 1926

 

 

 

 

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