Un convegno per i venticinque anni dalla fondazione del progetto economico

Pubblicato il 02-03-2016

di Redazione Sermig

Dall'intuizione di Chiara Lubich alla realtà di oggi. Un convegno per i 25 anni dalla fondazione del progetto economico. All’ Arsenale della Pace si è svolto il convegno Economia di Comunione. Non è stato casuale il luogo della riunione, dati i rapporti di stima che esistevano tra Chiara ed Ernesto e la collaborazione esistente tra il Sermig e il Movimento dei Focolari a Torino. 

Il professore di economia Luigino Bruni, in questo progetto economico e sociale, per molti anni collaboratore della fondatrice dei Focolari, scomparsa nel 2008, ed oggi uno dei suoi principali esponenti culturali, insieme al collega bolognese Stefano Zamagni, ha tenuto la relazione iniziale, a cui è poi seguito il dibattito col numeroso pubblico che ha affollato l’auditorium.

La Lubich, figura dalla spiritualità carismatica, “non era un’economista” – come ha ricordato Bruni –, ma trovandosi a sorvolare San Paolo in Brasile (città in cui il Sermig è presente da anni), per un tempo inusuale, a causa di un disguido di un normale volo di linea, ed osservandone le numerose favelas che la circondano (ancora oggi) “come una corona di spine”, e si susseguono anche al suo interno, alternandosi senza netti confini a grattacieli e zone di benessere, ebbe l’intuizione, poi confermata dalla sua permanenza nel Paese, che si dovesse tentare di risolvere la povertà di quante più persone possibile partendo dalle imprese produttive.

Se è comprensibile la sua sensibilità verso i poveri, per i quali Chiara si adoperò fin dai primi tempi del suo movimento, arrivando a sostenerne circa 500 a Trento, negli anni della seconda guerra mondiale – ha continuato il relatore –, certamente fu inusuale che avesse l’intuizione di proporre un tentativo di soluzione, partendo dal lavoro e dall’imprenditoria. L’Economia di Comunione, spesso abbreviata in EDC, promuove aziende attive nei normali mercati; normalmente i soci non sono solo di capitale, ma sono anche operativi; vengono condotte da imprenditori competenti e attenti a produrre in maniera legale ed ecologica; spesso hanno maestranze coinvolte e consapevoli; e i cui utili hanno una particolare destinazione: un terzo per gli investimenti aziendali, un terzo per la formazione di giovani e un terzo ai poveri: in sintesi lavoro, formazione e solidarietà.

Oggi, nel mondo, le aziende dell’EDC sono circa un migliaio; in molti stati esistono associazioni di incontro tra gli imprenditori che vi aderiscono (in Italia c’è stata la prima in ordine di tempo, l’ Aipec), a Loppiano (FI) esiste la Scuola di economia civile; molte sono le tesi universitarie, gli studi e i corsi di formazione (a Torino il prossimo inizierà il 1 aprile).

Verso la fine della sua avventura terrena, Chiara Lubich ebbe due grandi intuizioni sociali: l’ economia di comunione e il movimento politico per l’unità, offrendo così un’ originale ed attuale visione di due dei tre grandi principi che sono a base delle moderne società, l’uguaglianza (che sottende all’ EDC) e la fraternità (che deve stare alla base di qualsiasi azione politica). E la libertà? A ciascuno la libera scelta di aderirvi o meno.

Stefano Passaggio

 

 

 

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