Un sorriso oltre la strada

Pubblicato il 23-06-2012

di Redazione Sermig

Piero è arrivato con la faccia sconfitta, di quelli che non ti guardano in faccia mentre raccontano la loro difficoltà. Matrimonio sbagliato, lavoro che si esaurisce, la strada come compagna di viaggio.
Sono tante le persone che passano ogni giorno dall’Arsenale a raccontarti una storia così. Sembrano storie tutte uguali, ma solo le parole lo sono. Le vite in realtà sono tutte diverse, uniche, isole spesso deserte.

Mi  chiede un posto per dormire e io a spiegargli, come purtroppo succede spesso, che i posti sono tutti occupati. Gli indico una data in cui tornare.
Accetta senza battere ciglio, con un sorriso amaro e se ne va.
Dopo qualche tempo, riesco a prenderlo a dormire e questo fatto gli strappa un sorriso vero e sofferto.
Persona tranquilla, mai un commento fuori luogo, mai un litigio. Nei trenta giorni in cui dorme da noi riesce miracolosamente a trovare un’altra sistemazione, un lavoro precario ma reale e prima di andare, mi chiede se può venire a darci una mano come volontario.
Molti lo chiedono, pochissimi tornano realmente. Lui è uno di quei pochi.
L’ho incontrato dopo qualche tempo in Arsenale che spazzava per terra, il viso non più sconfitto, un cauto sorriso, un grazie appena biascicato, ma l’impressione netta di un uomo che riparte, piano piano, verso una nuova vita.

Gianni  Giletti

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