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Michele Pellegrino INCONTRI GENERATIVI
MAESTRI a cura della redazione
NONVIOLENZA EUROPA sta all'appello di Dio per la
VIA DI PACE costruzione di un domani che
Volete da me una parola sulla nonvio- non deluderà». Le parole del
lenza? Preferisco ripetervi una parola che cardinale Carlo Maria Martini,
non è mia. L’ha scritta, sono più di diciannove pronunciate in un suo famoso
secoli, uno che parlava a nome di Dio. Quello discorso sull'Europa, appaiono
che ha detto vale anche oggi per quanti cre- rent’anni fa nasce- più che mai attuali alla luce del
dono in Cristo; e anche chi non ci crede non va l’Unione Europea. momento drammatico che il
può ignorarla. «Come cristiani eu- mondo sta vivendo.
ropei abbiamo una Oggi, a trent’anni dall’entrata
È san Paolo che così scrive alla comuni- T grande responsabilità in vigore dell’Unione Europea
tà cristiana di Roma: «Non lasciarti vince- nella causa della crisi odierna. (1º novembre 1993), ricono-
re dal male, ma vinci con il bene il male» (Rm Per questo chiediamo a Dio di sciamo l’importanza della sua
12,19). È come il codice dell’azione non violenta. perdonare il nostro peccato e creazione come via, con tutte
Il male, nelle mille forme provocate dall’egoismo di darci la forza di convertirci le sue luci e ombre, verso un
e dagli istinti deteriori dell’uomo, non scom- per diventare strumenti della futuro comune di pace.
parirà mai da questo mondo che, secondo san sua pace. La guerra come mez-
Giovanni, giace tutto sotto il potere del maligno zo per risolvere i conflitti deve Nel maggio scorso, Maria
(cfr 1Gv 5,19). Troppo spesso il male esplode in essere superata. Faremo tutto Martini, sorella del car-
azioni che ripugnano a ogni senso di umanità. il possibile, ognuno nel pro- dinale arcivescovo di Milano
prio Paese, perché si realizzi scomparso nel 2012, ha voluto
Di fronte a questa realtà, la tentazio- la visione di una sicurezza co- regalare all’Arsenale della Pace
ne di reagire con la violenza è facile; mune. Ci impegniamo oggi a una preghiera da lui composta
e non è detto che in certi casi estremi ciò non creare al di qua e al di là delle (vedi pag. 22), dedicata proprio
sia giustificato. Paolo VI ha parlato chiaro. frontiere, un clima di fiducia, all’Europa, un suo auspicio per
Constatava che «si danno certo delle situazio- nel quale possa crescere la di- un’Europa di pace, capace di
ni la cui ingiustizia grida verso il cielo. Quan- sponibilità a un disarmo sia accoglienza e solidarietà den-
do popolazioni intere, sprovviste del necessa- nucleare che chimico e con- tro e fuori i propri confini. La
rio, vivono in uno stato di dipendenza tale da venzionale. La testimonianza preghiera è stata accompagna-
impedire loro qualsiasi iniziativa e responsa- della non violenza è inscindi- ta da un altro dono: il giardino
bilità, e anche ogni possibilità di promozione bilmente legata al cammino dell’Arsenale si è arricchito di
culturale e di partecipazione alla vita sociale della riconciliazione. Tutto ciò una rosa dedicata proprio a lui.
e politica, grande è la tentazione di respinge- è compito urgente dell'oggi ed Un segno di bellezza, una spe-
re con la violenza simili ingiurie alla dignità è, per chi crede, anche rispo- ranza di pace. ◾
umana». E pur condannando la violenza come
quella che «è fonte di nuove ingiustizie, intro-
duce nuovi squilibri, e provoca nuove rovine»,
riconosceva che l’insurrezione rivoluzionaria
può diventare l’unico mezzo per ristabilire
la giustizia «nel caso di una tirannia eviden-
te e prolungata che attenti gravemente ai di-
ritti fondamentali della persona e nuoccia in
modo pericoloso al bene comune del Paese»
(Populorum Progressio, nn. 30, 31).
Ma ciò che può essere inevitabile in casi estre-
mi, non può assolutamente diventare la nor-
ma. La norma è vincere il male col bene. ◾
(stralci dal volume a cura del Sermig, Costruire con Maria Martini regala all’Arsenale della Pace
la Pace, Edizioni Spe 1976) la rosa dedicata al fratello. foto Andrea Pellegrini
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