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SANTI                        ma  la  divinità  che  tra  tutte
          NUMI!!!                      più  mi  incuriosisce  è  certa-
                                       mente apollo, dio della musi-
                                       ca! Viene spesso raffigurato in-
                                       sieme  alle  Muse  (beato  lui…),
                                       delle quali conduceva suoni e
                                       danze, accompagnandole con
                                       la sua cetra, ricavata dal guscio
                                       vuoto di una tartaruga. Apollo,
                                       oltre a deliziare con la sua mu-
                    vete  un  paio  di   sica uomini e dei, era anche (e    to abbastanza forte da imparare
                    scarponi  robusti  e   non a caso) il dio della medici-  la lezione. E ancora, accidenti a
                    comodi per cammi-  na. Per gli antichi greci l’anima    lui, mi chiedo perché non sono
                    nare? Bene, allora  si trovava nel diaframma, il mu-    anche io come Apollo e non
        A Aseguitemi su, fino  scolo del sistema respiratorio               ho le Muse intorno… L’unica
        ai tremila metri del Monte Olim-  che usiamo per cantare o per      Musa che conosco è l’auto di
        po, sede delle divinità dell’Antica  suonare uno strumento a fiato.  mia nipote. Mi sento piuttosto
            Grecia.                                                         come Lucio Dalla che esprime
                                       i greci furono gli antenati della    magnificamente la condizione
                                       moderna  musicoterapia,  avendo
            troppo  faticoso? i  più  pi-
                                                                            umana nella sua canzone Siamo
       Mauro Tabasso  DIAPASON  giungere   comodamente   la musica, un linguaggio capace   momento, anch’io ho qualche
                                       scoperto il potere curativo del-
                                                                            Dei (1980). «Un momento, un
            gri  tra  voi  possono  rag-
                                                                            argomento…». Insomma, starò
            palazzo  te,  a  mantova,  di guarire l’animo umano. Base
            dove è appesa la “foto di  dell’educazione per Platone,
                                                                            pure invecchiando più veloce-
            gruppo” di queste curiose  medicina per l’animo secondo
                                                                            mente del Barbaresco (e potrei
                                       Aristotele, la musica fu addirit-
            divinità, raffigurate dal pit-
                                       tura accostata alla matematica
                                                                            intendo…), ma in queste sere
            tore cinquecentesco Giu-
        lio Romano. Ciascuna divinità  e all’astronomia da Pitagora.        anche barricarmi, se capite cosa
                                                                            durante  le  quali  Amadeus  in-
        aveva un suo “ministero”. Afro-  L’insegnamento della musica        combe, benedico di avere tan-
        dite, dea piuttosto allegra, gesti-  consentiva  ai  giovani  di  rag-  ti libri, tanti bei vecchi dischi,
        va “la posta del cuore”, specia-  giungere la moderazione e l’au-   una gatta e una bella moglie (al-
        lizzata com’era nelle questioni  tocontrollo, quindi di gestire le   meno per me lei è una Musa…)
        amorose, Ares era invece il dio  proprie emozioni, conducendo       a tenermi compagnia.
        della guerra, Atena, “la secchio-  una vita di armonia.
        na” del gruppo, si occupava di                                      la  musica  quella  vera  non
        scienza, mentre Zeus – folgore  e in questo momento, nel qua-       sfama e non disseta, ma nutre
        alla mano – gestiva il regno del   le  siamo  tutti  un  po’  vittime   il  nostro  spirito,  lo  cura  of-
        cielo,  il  settore  più  prestigioso   di  febbre  social-mediatica  da   frendogli la possibilità di volare
        di tutti; Poseidone era il mi-  festival di sanremo, ricordan-      più in alto delle difficoltà del
        nistro del mare, Ade – giacché  do i miei studi classici, non pos-  quotidiano,  respirando  l’aria
        munito di un’inquietante falce  so fare a meno – oltre a spegne-    tersa e pura della bellezza. Ma-
        – presiedeva l’oltretomba. Dio-  re il televisore – di chiedermi    gari non sarà esattamente l’O-
        niso, per gli amici Bacco, era il  dove abbiamo sbagliato strada,   limpo, ma molto meglio un bel
        più alticcio di tutti, per defor-  in quale incrocio ci siamo per-  calice di Nebbiolo della nause-
        mazione professionale potrem-  si, quale nebbia ci ha avvolti, su   ante Ambrosia (Bacco passava
        mo dire, essendo il dio della  quale  palo  ci  siamo  schiantati,   per scemo ma lo sapeva bene),
        vite e del vino (come non pro-  per constatare, poi, che proba-     soprattutto se non t’importa di
        vare simpatia per lui?).       bilmente non abbiamo picchia-        diventare immortale.◾

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