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Matteo Spicuglia
COSE CHE CAPITANO
Ci penso io! le barbarie del regime di Hitler, lo
sterminio di ebrei e oppositori, ma
anche la violenza cieca dei bombar-
damenti alleati sulle città tedesche,
La guerra e le sue ferite: per non essere indifferenti… la distruzione totale, le decine di
migliaia di donne, bambini e an-
ziani uccisi. Morin non mette tutto
sullo stesso piano, va oltre la poli-
ranco Leoni Lautizi ave- scontato che altre vittime come lui tica, puntando diritto all’umanità.
va poco più di cinque anni non sono mai riuscite a vivere. Arrivando a dire con estrema lu-
quando i nazisti gli uccisero cidità che «per quanto giusta fosse
la nonna, la mamma, il fra- Franco oggi parla anche da la guerra al nazismo, la guerra del
Ftellino che doveva ancora morto, continua a ricordarci Bene comporta in sé del Male». Sia
nascere, il papà. Vite interrotte su che la guerra in ogni sua forma chiaro, ogni guerra. Con effetti sem-
un sentiero di Monte Sole, a Marza- rimane qualcosa di disumano, pre uguali legati a quella che Morin
botto, la strage nazista più cruenta spersonalizza, divide, annichilisce definisce un’isteria contrapposta
mai avvenuta in Italia. Franco oggi i singoli e le società, compromette ad «ogni conoscenza complessa e a
non c’è più. il presente e il futuro. Vale per ogni ogni contestualizzazione».
È morto nel 2021 ad 83 anni, testi- conflitto, anche per quelli che la storia
mone fino alla fine del dolore che lo e le circostanze hanno reso necessari. L’eredità è antica e sempre
aveva lacerato. Chi lo incontrava ri- uguale: odio, divisioni, memorie
maneva colpito dalla sua pacatezza, Una lezione in questo senso contrapposte, ferite personali da ri-
da parole mai usate a caso, da fatti arriva dal grande filosofo e marginare, tanti Franco costretti a
messi insieme con una lucidità im- pensatore francese Edgar Mo- combattere una guerra senza fine
pressionante. Ma c’era un tratto che rin, che con la saggezza dei suoi con se stessi anche quando le armi
disarmava l’interlocutore: quando 101 anni, ci ha regalato Di guerra in tacciono e la diplomazia riafferma a
ricordava la sua storia, Franco era guerra, un piccolo grande libro che parole il valore della pace.
un vecchio che piangeva come un apre orizzonti di pensiero necessari.
bambino. Morin ripercorre le guerre che ha Purtroppo, sarà così anche que-
vissuto in prima persona, a comin- sta volta. Adesso sembra impossi-
Non potevi fare altro che ciare da quella al nazismo: ricorda bile immaginare la scia di dolore che
ascoltare e accogliere lascerà il conflitto tra
quel dolore ancora così Russia e Ucraina. Ma
vivo: il rumore del piombo, è l’unica cosa certa in
la nonna uccisa sul colpo, la questa fase così com-
mamma ferita che lo abbraccia plicata e contorta. Una
per proteggerlo, il papà parti- certezza che si porta
giano passato alle armi negli dietro una domanda:
stessi giorni. E poi la vita ini- chi si farà carico di tutto
ziata subito dopo: lo sradica- questo? Gli Stati? I fon-
mento dai luoghi dell’infanzia, di per la ricostruzione?
la povertà, l’orfanotrofio, infi- I capi di governo? La
ne l’adozione. E quell’odio che politica? Forse. Sareb-
non se ne andava, che chiede- be bello se già adesso,
va vendetta: Franco riuscì a nel silenzio del cuore e
sconfiggerlo solo dopo molti della mente, ognuno di
anni, accogliendo un germo- noi avesse il coraggio di
glio di perdono che lo rese più dire: io! ◾
sereno. Un passaggio per nulla Franco Leoni Lautizi
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